La sfida
Andrea Mura, chi è il velista che sta facendo una regata intorno al mondo: la Global Solo Challenge
In questi giorni la barca sta doppiando Capo Horn. Una storia fatta di amore per il mare e la Sardegna
Sport - di Redazione Web
Un creator digitale con la passione della vela. Un passato da velista professionista e con in bacheca titoli e partecipazioni a competizioni che contano. Poi la passione è divenuta impresa, con la creazione di un’azienda, una veleria, dove vengono progettate imbarcazioni a vela. Il tutto ‘made in Sardegna‘, la regione di origine di Andrea Mura. La sua terra, il suo ‘amore’. E dal 1985 questa realtà è viva e lo è nel segno della sostenibilità. In questi giorni Mura è impegnato in una sfida ancora più grande: il giro del mondo in barca a vela. Partito lo scorso 18 novembre, Ora si trova a Capo Horn, con l’obiettivo di doppiare la punta dell’estremo Sud del continente americano. Il tutto all’interno del progetto Global Solo Challenge.
Andrea Mura e la Global Solo Challenge
Questo il diario di bordo di Andrea Mura: “Si rallenta e si attende. Questa la decisione presa da Andrea per evitare una tempesta che si sta abbattendo su Capo Horn. Prima la sicurezza!“; “Onde di 7 metri e vento di 60 nodi previsti nelle prossime ore sulla rotta per Capo Horn. Andrea rallenta e…naviga a vista consultando spesso le carte meteo con l’obiettivo di doppiare il Capo limitando i danni più possibile. Forza Vento di Sardegna!“; “Acqua a 8° e 22 nodi di vento. Queste le condizioni attuali di Andrea che ieri sera ha deciso di accelerare verso Capo Horn per prendere la burrasca che lo investirà domani mattina all’alba, quindi con la luce e non nel buio della notte. Forza Vento di Sardegna!“.
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“Capo Horn (in spagnolo Cabo de Hornos) viene indicato convenzionalmente come il punto più meridionale del Sudamerica. Venne doppiato per la prima volta dagli europei il 26 gennaio 1616. L’impresa riuscì alla spedizione olandese di Willem Schouten e Jacob Le Maire che lo battezzarono Kaap Hoorn in onore della città di Hoorn, luogo di nascita di Schouten. Capo Horn è noto per le spesso avverse condizioni climatiche che rendono difficile il doppiarlo con imbarcazioni a vela. Le acque aperte del Canale di Drake, a sud del capo, offrono ampi spazi di manovra, mentre lo stretto di Magellano, attraverso le isole della Terra del Fuoco, può offrire un passaggio lento e difficoltoso.
Qui, il fondale dello Stretto di Drake sale da 4.000 a 100 m di profondità in poche miglia. Questa impressionante differenza di profondità marina, unitamente alla forza dei venti circumpolari crea onde che spesso hanno il carattere della micidiale onda anomala, ragion per cui Capo Horn è considerato un ‘cimitero di navi’. I suoi venti terribili, infatti, soffiano tra i 160 e i 220 km/h e la grande massa d’acqua che vi confluisce fa scontrare le correnti atlantiche con quelle pacifiche. I forti venti sono dovuti alle correnti d’aria da Ovest che corrono lungo l’Oceano australe, che poi colpiscono la catena delle Ande in Cile e sono forzate ad accelerare intorno a capo Horn, una roccia dalla forma semilunare ben definita, che cresce a picco dalle acque gelide, in altezza, avvicinandovisi progressivamente.
I forti venti sono spesso accompagnati da onde spaventose, che qui diventano ancora più impressionanti per la grande estensione dell’Oceano del Sud, che spesso è spinta da un regime di venti da Ovest a forzare attraverso il Passaggio di Drake. La Marina Cilena ha registrato qui onde con altezze superiori ai 20 metri e non sono rari gli iceberg alla deriva. La temperatura dell’aria è di 12 °C in estate (a gennaio) e di -5 °C in inverno (a luglio). La temperatura dell’acqua, invece, è sempre di 2 °C“.