La perizia e l'indagine
Incidente del bus di Mestre, per l’autista nessun malore: “Il cuore era sano”

Alberto Rizzotto, l’autista 40enne alla guida del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre scorso, incidente che provocò la morte di 21 turisti stranieri diretti al camping Hu di Marghera, non ha avuto un malore prima dell’incidente, della “sbandata” che portò il mezzo elettrico a precipitare per circa dieci metri dal ponte.
Ad escluderlo, riferisce l’Ansa citando fonti vicine all’inchiesta della Procura di Venezia, la perizia effettuata sul muscolo cardiaco dell’uomo.
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Rizzotto è morto per lo sfondamento del cranio, a seguito della caduta del pullman, da un’altezza di oltre 10 metri. Questi sono i primi risultati medico-legali mentre si attende ancora il deposito formale degli esiti dell’autopsia e quelli tecnici sul bus e sul viadotto.
I nuovi esami approfonditi sono stati disposti dopo una prima autopsia sulla salma dell’uomo, con i risultati parziali che avevano escluso l’ipotesi di un malore prima dell’incidente, col bus della compagnia “La Linea” precipitato dal cavalcavia Rizzato.
L’indagine della Procura
Al momento sono indagati tre funzionari del Comune e l’amministratore delegato de “La Linea”.
I pubblici ministeri di Venezia hanno inoltre affidato perizie sul punto del cavalcavia in cui è avvenuto l’incidente, privo di guardrail, oltre che sulle registrazioni delle telecamere e delle scatole nere del bus. Ad oggi però sulle cause dell’incidente resta il mistero.