Il giallo

Nadia Chiarello, il cold case lungo 45 anni si riapre: i Ris indagano sulle lettere anonime ai familiari

Cronaca - di Redazione - 9 Gennaio 2024

CONDIVIDI

Nadia Chiarello, il cold case lungo 45 anni si riapre: i Ris indagano sulle lettere anonime ai familiari

A quasi 45 anni di distanza da quel 10 gennaio del 1979 in cui Nadia Chiarello scomparve nel nulla, la Valle del Chiampo scende in strada per una fiaccolata che ha un solo obiettivo: tenere i riflettori accesi e smuovere le coscienze sul giallo della morte della 17enne di Nogarole.

L’appuntamento è previsto mercoledì 10 gennaio: da Arso si proseguirà fino alla strada provinciale di Chiampo dove il 19 gennaio del 1979 venne trovato il corpo senza vita della giovane impiegata presso una conceria di Arso, nel vicentino.

La scomparsa e il ritrovamento del corpo di Nadia Chiarello

Nadia scompare nel nulla la sera del 10 gennaio 1979: la 17enne aveva appena terminato il suo turno nella conceria dove lavorava come segreteria. Quella sera avrebbe dovuto essere accompagnata a casa da un vicino, che non la trovò nel posto in cui era solito aspettarlo.

Venne dato l’allarme, partirono le ricerche ma per nove giorni si brancolò nel buio fino a quando il 19 gennaio all’altezza della conceria Italia, un uomo residente in zona scorse tra la neve una testa che spuntava: dentro una buca era adagiato il cadavere di Nadia. L’autopsia effettuata sulla salma ricondusse la morte della 17enne ad un trauma cranico, il corpo della ragazza presentava inoltre ferite al labbro ed escoriazioni sulle gambe.

L’inchiesta degli inquirenti non portò sostanzialmente a nulla, non si scoprì un eventuale colpevole e la vicenda di Nadia venne archiviata come un incidente stradale, un omicidio colposo senza un responsabile.

La riapertura del caso

A chiedere giustizia sono stati sempre i genitori (il padre nel frattempo è deceduto) e la sorella di Nadia, Barbara Chiarello. Poco più di due anni fa la storia della 17enne morta 45 anni fa finì sulla nota trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?“ e la Procura di Vicenza nel novembre 2021 riaprì il fascicolo di indagini per una revisione del caso.

In particolare si era concentrata l’attenzione su due lettere composte usando ritagli di giornale recapitate alla famiglia con l’intento di farla desistere dalla ricerca della verità. “Le due lettere sono al vaglio dei Ris per cercare qualcosa in più”, ha spiegato l’avvocata della famiglia Chiara Parolin. “Non sappiamo ancora se le indagini abbiano dato risultati, ma è importante che le due missive anonime siano state riprese in considerazione, tra gli altri elementi. Al momento l’inchiesta non ha dato ancora una svolta. So per certo che ci sono stati colloqui con varie persone che all’epoca dei fatti erano lavoratori dell’azienda”.

Non solo. Secondo il Corriere del Veneto i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria sarebbero al lavoro per sentire tutte le persone informate sui fatti, concentrandosi in particolare su una registrazione in cui emergerebbero importanti dettagli forniti da un testimone chiave.

Barbara Chiarello e la famiglia sono convinti da sempre che si sia trattato di un omicidio”, spiega ancora l’avvocata Chiara Parolin. “Ci sono gli elementi per fare pensare che Nadia sia stata uccisa. Il colpo ricevuto in testa poteva essere compatibile con l’urto causato da un’automobile, ma anche da un oggetto contundente. Con la riapertura del caso, la Procura sta lavorando alacremente per dare nuove risposte”.

di: Redazione - 9 Gennaio 2024

Condividi l'articolo