Il candidato presidente

Intervista a Renato Soru: “Sardegna tradita, dal governo e da Schlein”

Già governatore, tra i fondatori del Pd, è in campo contro la destra ma anche contro la 5s Todde, su cui c’è l’accordo Dem-Conte. “Eletta con le primarie, Elly porta a Roma la scelta della nostra classe dirigente: autonomia umiliata”

Interviste - di Aldo Torchiaro - 28 Dicembre 2023

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Renato Soru
Renato Soru

In Sardegna si vota per le elezioni regionali il 25 febbraio. I candidati espressi dal centrosinistra sono due: Renato Soru, già Governatore e tra i fondatori del Pd, e Alessandra Todde del M5S. Abbiamo rivolto qualche domanda al primo per chiarire il perché del suo ritorno in campo.

Soru, lei ha fortemente voluto candidarsi, perché?
Perché non possiamo restare a guardare immobili e in silenzio la disfatta di cui si è resa protagonista questa Giunta di destra. La Sardegna è sempre più rassegnata, sempre più povera, provata e isolata. Mi candido perché voglio aiutare la Sardegna a rialzarsi. La nostra proposta è l’unica in grado di battere il centrodestra.

Il Pd però non ne ha voluto sapere. E ha fatto l’accordo con il M5S di Conte sul nome di Alessandra Todde. E’ più deluso nel merito o dal metodo?
Da tutto. Il Pd ha tradito la Sardegna facendone strumento di interessi che niente hanno a che fare con noi. Era da tempo che guardavo con preoccupazione crescente a ciò che accade in Sardegna. Per me, e non solo per me, l’impegno del Pd nell’affrontare questo scenario nuovo è stato del tutto insufficiente e deludente. Manca un progetto, manca una visione, così come sono mancati una discussione e un dibattito pubblico, chiaro e aperto.

Lei è stato tra i fondatori del Partito Democratico, al Lingotto. Come è cambiato il partito che aveva fondato? Che direzione gli sta dando Elly Schlein ?
Una direzione perdente, verso la sconfitta totale. Sono stato tra i fondatori del Pd perché avevo creduto nell’Ulivo di Romano Prodi e ho creduto nel passo successivo. Elly Schlein l’ho votata e sostenuta, ma sta sbagliando tutto.

In che senso, tutto ?
Mai avrei immaginato che proprio lei che è stata scelta col metodo delle primarie – e con i voti non solo dei militanti del Pd – rinunciasse a questo strumento fondativo democratico. E peggio ancora, adesso il suo stesso partito è ostaggio del M5S. Il partito del Vaffa. I responsabili di questo disastro sono due: Giuseppe Conte e Elly Schlein. Loro hanno deciso sulla base di equilibri nazionali, per giunta incomprensibili considerando che Conte attacca il Pd pesantemente ogni giorno.

In Sardegna lei ha governato la Regione dal 2004 al 2009. In questi anni come è cambiata l’isola, e come pensa di poterla cambiare lei adesso?
La Sardegna si è impoverita e il contesto generale è totalmente cambiato. Ma abbiamo a disposizione risorse straordinarie per circa 9 miliardi e mezzo da investire entro il 2029, che ci permettono di realizzare una nuova rinascita per la Sardegna basata su istruzione, ambiente, tecnologia, inclusione sociale, mobilità sostenibile e partecipazione democratica. Le persone sono l’infrastruttura immateriale più importante che la Sardegna avrà a disposizione, rientreranno in tanti e accoglieremo anche nuovi cittadini.

Quali sono i soggetti che la sostengono? Chi c’è dietro alla Coalizione Sarda?
Una coalizione che ha testa e cuore in Sardegna, pensata per i sardi. Ci sono esperienze dell’indipendentismo, dell’autonomismo spinto, esperienze del civismo come quella di Progetto Sardegna, della sinistra progressista, ma anche esperienze di centro ed europeiste. Sono tante le novità, come l’adesione dei giovani di Sardegna Chiama Sardegna. Da oggi c’è anche Rifondazione Comunista. Con loro e non solo condividiamo temi trasversali come il contrasto alle servitù militari ed energetiche, alla povertà.

La sua regione può tornare ad essere un laboratorio per il futuro?
Il governo Meloni a dimostrazione della considerazione che la premier ha per l’autonomia regionale, ha deciso di cancellare tutte le Zone economiche speciali del sud centralizzando e avocando a sé la competenza. Vuole tornare alla vecchia Cassa per il mezzogiorno; il suo ministro per l’ambiente ha appena detto che avocherà a sé tutte le competenze per il parco nazionale dell’Asinara. È evidente un’idea di governo spudoratamente centralista e vecchio stampo, Ora Elly Schlein appena eletta con le primarie sceglie anch’essa di umiliare la nostra autonomia regionale portando a Roma persino la decisione sulla scelta della nostra classe dirigente.

Protestano i territori, la Sardegna, la Campania e non solo…
Ci sono molti segnali in queste settimane di protesta verso questo atteggiamento, in diverse regioni e in diverse città. Noi abbiamo deciso di ribellarci in maniera chiara e concreta, credo che in effetti possa essere un segnale per molte altre esperienze. Possiamo essere la miccia che può portare i partiti nazionali a ripensarsi e a ridisegnarsi su base regionale e federativa.

28 Dicembre 2023

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