Il voto a Belgrado
Vucic il presidente nazionalista vince le elezioni in Serbia: accuse di brogli dall’opposizione
La conferma annunciata del Partito Progressista che da una decina d'anni domina la politica di Belgrado. Vucic annuncia la vittoria anche nella capitale. Le accuse: elettori portati con pullman, auto e van ai seggi e pagati per votare
Esteri - di Redazione Web
Il Partito Progressista Serbo ha vinto le elezioni parlamentari in Serbia. Il partito del presidente Aleksandar Vučić ha ottenuto il 46,6% dei voti e la maggioranza dei seggi in parlamento, 129 su 150. La coalizione che riuniva i partiti di opposizione, Serbia contro la violenza, si è fermata al 23,1%. Si è votato domenica 17 dicembre. “Il risultato è chiaro, avremo una maggioranza assoluta. Questa è una vittoria decisiva che mi rende estremamente felice – ha dichiarato il presidente in un discorso nella notte – Sappiamo cosa abbiamo ottenuto nel periodo precedente e quanto sia difficile il periodo che ci attende”.
Serbia contro la violenza aveva preso il suo nome dal movimento costituitosi la scorsa estate dalle enormi proteste scaturite da due sparatorie di massa consumate in pochi giorni e che accusava il presidente e il governo di alimentare un clima di violenza e intolleranza nel Paese. Il leader del partito socialista (Sps), Ivica Dacic, non ha escluso le dimissioni dalla guida del partito dopo la sconfitta. Denunciate irregolarità nelle procedure di voto. Quarta elezione in dieci anni, affluenza superiore al 55%.
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Chi è il presidente della Serbia Vučić
Vučić ha parlato insieme alla prima ministra Ana Brnabic, del Partito Progressista Serbo, e al presidente dell’area serba della Bosnia Erzegovina, Milorad Dodik. “Questa vittoria netta mi rende molto felice. Siamo coscienti dei risultati raggiunti nell’ultimo periodo, e delle difficoltà che ci aspettano”. Il presidente ha annunciato la vittoria del suo partito anche a Belgrado, capitale e città più popolosa della Serbia, con il 39% dei voti contro il 34,1% della coalizione di opposizione. Il testa a testa era tra il primo cittadino Aleksander Sapic e lo sfidante Vladimir Obradovic.
Il premier ungherese Viktor Orban si è immediatamente congratulato con il presidente serbo per la vittoria del Partito del progresso serbo (Sns) nelle elezioni legislative di domenica. “La Serbia non si fermerà! Congratulazioni al presidente Vucic e ai componenti della sua lista per la netta vittoria elettorale”. Il presidente serbo è molto vicino e considerato dagli osservatori molto affine all’autocrate di Budapest.
Il partito del presidente domina la politica serba da una decina d’anni e arrivava alle elezioni da favorito. Vučić aveva sciolto il parlamento lo scorso novembre e indetto elezioni anticipate. Non era personalmente alle elezioni. Il suo governo è stato accusato di avere legami con gruppi criminali e la sua propaganda è simile a quella di altri governi autoritari dell’Europa orientale sui temi dell’immigrazione, dei diritti della comunità LGBT+, sull’alleanza con la Russia anche se nominalmente Belgrado vuole avvicinarsi all’Unione Europea. Si era candidata all’ingresso nel 2012 ma non ha mai aderito alle sanzioni contro Mosca scattate dopo l’invasione dell’Ucraina.
Le denunce di irregolarità
Alcuni osservatori indipendenti hanno denunciato irregolarità nel voto. Secondo Miroslav Aleksic, uno dei leader di Serbia contro la violenza, alcuni cittadini sono stati portato a Belgrado con “pullman, van e auto” da altre parti del Paese per votare il partito del Presidente grazie a oltre 40mila documenti falsi. L’arrivo di bus a Belgrado è stato denunciato anche dal Centro per la ricerca, la trasparenza e la responsabilità (CRTA), un’organizzazione indipendente e apartitica che si occupa tra le altre cose di monitorare il corretto svolgimento dei processi elettorali, secondo cui alcuni elettori sarebbero stati pagati per votare. I rappresentanti dell’opposizione hanno annunciato che contesteranno il voto “con tutti i mezzi democratici”. La prima ministra Barnabic ha smentito le accuse e accusato a sua volta le opposizioni di voler “creare un’atmosfera di caos, panico e scarsa fiducia”.