La questione 5stelle

Così Travaglio e i 5 stelle paralizzano la sinistra

Come può funzionare l’alleanza con una forza che ha al suo interno componenti reazionarie molto forti e spesso dominanti?

Editoriali - di Piero Sansonetti - 7 Dicembre 2023

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Marco Travaglio
Marco Travaglio

Ho letto ieri mattina l’editoriale di Marco Travaglio su il Fatto Quotidiano. Conosco le sue idee decisamente reazionarie sulla giustizia ma mi ha ugualmente colpito la furia che ha messo nell’articolo.

La tesi, se ho capito bene, è che questo governo non è abbastanza reazionario, anzi è decisamente pluto-liberale, e perciò permette senza reagire che i detenuti adoperino le leggi dello Stato, regalate nel periodo garantista della prima Repubblica (parliamo degli anni 80) per averne dei vantaggi.

Si riferisce, immagino, soprattutto alle leggi Gozzini (dimenticato ma grandioso intellettuale cattolico, che fu eletto dal Pci in Parlamento) che furono approvate dall’intero schieramento democratico e costituzionale, e osteggiate, come era logico, solo dal partito neofascista che però, allora, disponeva di meno del 7 per cento dei voti.

Che Travaglio fosse dalla parte della piccola pattuglia almirantiana, nemica di Gozzini, non mi stupisce affatto. Però la foga con la quale si scaglia contro l’anarchico Alfredo Cospito, contro il diritto dei parlamentari a fargli visita, e poi contro il regime carcerario non abbastanza duro nel quale è tenuto Cesare Battisti, un pochino – devo dire la verità – mi ha lasciato perplesso. Non pensavo che nutrisse ancora una carica d’odio così forte per gli estremisti di sinistra.

Tutto ciò mi pare che ponga sul tappeto un problema politico da trattare con pacatezza ma senza nasconderlo. Travaglio non è semplicemente un giornalista e un polemista di notevoli doti. È da diversi anni un personaggio della politica italiana in quanto capace di influenzare, e in alcune fasi addirittura governare, le scelte del movimento 5 Stelle.

Soprattutto dopo il ritiro a vita privata di Beppe Grillo, è lui l’unico esponente di quell’area con esperienza e cultura politica. E questo gli permette di svolgere un ruolo decisivo. Bisogna anche dire che tra lui e Grillo, sul terreno della giustizia, c’è una certa differenza. Grillo è sempre stato spietato coi potenti e i colletti bianchi, ma non era forcaiolo coi più deboli, o gli estremisti, e oltretutto, nel suo spirito anarco-qualunquista, ma comunque anarchico, era anche abbastanza contrario alle prigioni.

Travaglio su questo piano ha determinato una netta svolta a destra, anche se il leader ufficiale del movimento, e cioè Conte, si è sempre mantenuto su posizioni più prudenti. Il problema che si apre è esattamente questo: come può la sinistra – intesa in senso largo ma rappresentata in grandissima parte dal Pd – allearsi con un movimento che contiene in sé una componente così fortemente reazionaria?

Un mio amico, molto malizioso, mi ha detto che non è la prima volta che questo succede. Mi ha ricordato che fu Togliatti in persona, nel 1936 (quando Gramsci e Terracini e Scoccimarro e tantissimi altri stavano in prigione) a firmare un appello “ai fratelli in camicia nera”, nel quale, per la prima volta, proponeva una alleanza tra fascisti e comunisti per fronteggiare il comune nemico capitalista.

Diceva l’appello: “Siamo disposti a combattere assieme a voi, fascisti della vecchia guardia e giovani fascisti, per la realizzazione del programma fascista del 1919…”. Però, grazie a Dio, le cose nel frattempo sono un po’ cambiate. Ed è difficile per la sinistra, nel momento nel quale si vuole costruire un’alleanza seria, pensare che si possa sorvolare su questioni ideali decisive, come è il garantismo.

Proprio in queste ore ci siamo trovati dinanzi al dilemma dell’anziano gioielliere condannato a 17 anni di carcere per avere ucciso due ladri che avevano tentato di rapinare il suo negozio. Questo episodio non solleva solo una questione di eccesso nelle pene. Ma anche un problema di clima culturale. Io dico che 17 anni sono troppi.

Penso che sempre siano troppi 17 anni. Soprattutto per un signore di quasi 70 anni, che se davvero dovesse scontare quella pena potrebbe dire di essere giunto già al termine della sua vita. Ma comunque per tutti sono troppi 17 anni di prigione. Sono una punizione eccessiva e crudele.

Ma poi mi chiedo: perché ha sparato l’orefice, nel 2021? Non lo ha fatto forse anche perché influenzato da quel gridare contro i ladri e a favore dell’uso privato delle armi, e a favore dell’estensione senza limiti della legittima difesa, che caratterizzò quegli anni? Fu il governo Conte 1, che in gran parte era a guida Salvini, ad aprire – del tutto pretestuosamente – la questione della necessità di modificare il codice penale per allargare il diritto alla difesa, ve lo ricordate?

Fu il governo Conte 1 a sostenere che la difesa è sempre legittima, intendendo che è sempre legittimo uccidere un ladro, ve lo ricordate? L’orefice Roggero, secondo voi, non fu influenzato da questa ondata politica di violenza che tendeva ad accreditare la tesi secondo la quale il diritto a sparare è sacro? Io penso di sì. E del resto quello è anche il governo che varò i decreti sicurezza e le norme contro i profughi.

Ho visto che anche il governatore De Luca, in questi giorni, ha detto che un’alleanza con i 5 Stelle è giusta e necessaria. A me resta il dubbio. Esattamente questo dubbio: portare una componente apertamente reazionaria dentro uno schieramento di sinistra non rischia di essere un modo per annientare quello schieramento prima ancora che nasca e di piegarlo di nuovo su posizioni antiliberali?

Davvero, visto che la legge elettorale e i numeri dicono che una alleanza è obbligatoria, si può accettare di seguire una via rosso-bruna? Io credo che sarebbe meglio aprire una battaglia senza quartiere per modificare la legge elettorale.

7 Dicembre 2023

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