La classifica
Quali sono le province italiane in cui si vive meglio: l’analisi del Sole 24 Ore premia Udine, ultima Foggia
Il top è Udine, il flop è Foggia. Sono queste due province ad occupare la posizione più alta e più bassa della classifica sulla qualità della vita stilata dal 1990 ad oggi dal Sole 24 Ore. Per realizzare la classifica il quotidiano economico di Confindustria utilizza 90 indicatori divisi in sei macro categorie: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia, salute e società, giustizia e sicurezza e cultura e tempo libero.
In questo modo il Sole punta a misurare il benessere nelle varie province italiane: per ciascuno dei 90 indicatori vengono assegnati mille punti alla provincia col valore migliore, zero a quella col peggiore. Ed è così che, secondo il quotidiano, Udine (circa 516mila abitanti) svetta come la migliore provincia italiana sulla base della qualità della vita, davanti a Bologna e Trento che completano il podio.
I cambiamenti al vertice della classifica
Udine conquista la vetta della classifica guadagnando undici posizioni rispetto al 2022, quando la provincia più vivibile era stata Bologna davanti a Bolzano e Firenze. A premiere la città friulana in particolare la qualità della vita per le donne, ma anche la categoria “giustizia e sicurezza” (in cui è quarta) e la qualità della vita per i bambini (dove è ottava). Bassa, ed è ovviamente un bene, la quantità di famiglie con Isee inferiore ai 7mila euro e di imprese in fallimento, mentre sul primo posto finale hanno influito positivamente l’elevato numero di palestre, piscine e centri per il benessere in rapporto alla popolazione della provincia.
Quest’anno però cambiano le altre due province sul podio. Bologna, che dal 1990 ad oggi è stata per cinque volte la provincia italiana più vivibile, perde il suo primato; va peggio a Firenze, che perde tre posizioni e scende al sesto posto, un calo dovuto secondo il Sole 24 Ore all’aumento delle denunce di furti e rapine, di quello degli affitti e per via di alcuni nuovi parametri, come il consumo di farmaci contro l’obesità.
La top10, le grandi città e le curiosità
Escono dalle prime dieci posizioni Trieste e Bolzano, storicamente una costante nella top10. Una top ten che è occupata da queste province quest’anno: Udine, Bologna, Trento, Aosta, Bergamo, Firenze, Modena, Milano, Monza e Brianza, Verona.
Le “due capitali”, Roma e Milano, sono rispettivamente 35esima e ottava. Analizzando poi i risultati della ricerca del Sole 24 Ore, Il Post rivela alcune curiosità sui dati: Massa Carrara è per esempio la prima provincia per numero di librerie ogni 100mila abitanti, 16 contro una media di 7,6; Vibo Valentia è quella con il maggior numero di imprese i cui titolari hanno meno di 35 anni, 12 contro una media di 8,2; e la provincia con più progetti finanziati con i fondi del Pnrr è quella di Isernia: 12,3 ogni mille abitanti, mentre la media è di 4,3.
La questione meridionale
Non sorprende, purtroppo, che nel fondo della classifica ci siano in larga parte province del Mezzogiorno: sono ben 31 nelle ultime quaranta posizioni. Se ultima è Foggia, il podio al senso inverso è occupato poi da Napoli e Caltanissetta. Ma dalla posizione 100 in giù troviamo anche Brindisi, Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Siracusa.
I problemi comuni a queste province sono la bassa aspettativa di vita, il numero delle imprese in fallimento, il divario nella parità salariale tra uomini e donne, ma anche l’alto tasso di disoccupazione e di criminalità.