L'omicidio di Andria
Vincenza Angrisano, 5 giorni prima del femminicidio finì in ospedale per l’aggressione del marito: “Ha alzato le mani”
I segnali c’erano tutti, ma non sono stati colti. Forse il femminicidio di Vincenza Angrisano, la 42enne uccisa ad Andria il 28 novembre dal coniuge Luigi Leonetti nella casa in cui vivevano con i figli di 6 e 11 anni, poteva essere impedito.
Il messaggio di Vincenza Angrisano
Cinque giorni prima dell’omicidio Enza era finita in ospedale a causa di una aggressione subita dal marito. La donna lo aveva raccontato ad una amica: “Ciao… scusami…hai ragione… purtroppo ho avuto una settimana molto particolare… dove sono andata in ospedale… dove mio marito mi ha alzato le mani e, veramente, non ero nei tempi per venire da te. Facevo casa di mia madre-casa mia, giravo per strada, cercavo di stare quanto più (possibile, ndr) lontana da casa”, queste le parole in un messaggio vocale trasmesso oggi da Pomeriggio Cinque, su Canale 5.
Il rapporto tra Vincenza e il marito Luigi Leonetti si era incrinato ormai da settimane: i due erano separati in casa e lei voleva troncare definitivamente la relazione.
Le violenze rimaste nascoste
Come riferisce l’edizione barese di Repubblica, l’Asl ha spiegato che l’episodio non è stato segnalato ai carabinieri in quanto la prognosi non superava i 40 giorni, come prescritto per legge. Aggressione di cui neanche la famiglia di Enza sembra essere a conoscenza: “Lei non si confidava troppo con noi. Soltanto loro possono sapere come stavano le cose nella coppia – ha spiegato Maria Angrisano, la sorella della vittima – Questa storia è troppo grossa. Non avrei mai pensato che accadesse a noi. Vorremmo vivere in silenzio il nostro dolore”.
Sabato intanto verrà eseguita l’autopsia sulla salma di Vincenza Angrisano, svolta dal professor Francesco Vinci, dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.
La confessione del marito
Il marito Luigi Leonetti è attualmente in carcere: nel corso dell’interrogatorio tenuto il giorno seguente l’omicidio, il 51enne avrebbe confessato davanti al giudice Anna Lucia Altamura le sue responsabilità. Nei suoi confronti è stata quindi disposta la custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dall’aver commesso il fatto contro il coniuge. In ogni caso le indagini non sono finite: gli inquirenti vogliono fare luce proprio sui possibili episodi precedenti di violenza domestica.