L'addio
Emanuela Perinetti: qual ‘è la malattia che ha ucciso la giovane
Il papà Giorgio, storico Direttore sportivo oggi all'Avellino Calcio, ha raccontato la sofferenza della giovane: "Ho capito che era finita quando mi ha detto che aveva 'parlato' con la madre"
Cronaca - di Redazione Web
Ci sono stati oggi i funerali di Emanuela Perinetti, la giovane manager e influencer scomparsa ieri a soli 34 anni. A margine della cerimonia, il papà Giorgio – storico Direttore sportivo del calcio – ha raccontato alla Gazzetta dello Sport che, “Non riusciamo a capire, i medici hanno fatto il possibile. Da tempo stava lottando contro l’anoressia. Lei si preoccupava per me, e mi diceva che tutto andava bene“. Questo il ricordo del padre: “Da bambina mi aspettava dopo le partite, con gli occhi imploranti. Io dicevo: ‘torni a casa con la mamma oppure vieni col papà in pullman fino a Trigoria?’ Risposta scontata, veniva con noi e stava sulle ginocchia di Aldair e gli altri a giocare. L’altro giorno, quando mi ha detto che aveva ‘parlato’ con lei, ho capito che non c’era più nulla da fare. E da allora mi chiedo come sia possibile spegnersi così, senza nessun problema economico, professionale o sentimentale“.
Emanuela Perinetti: era malata la figlia del Ds Giorgio Perinetti
Sono tantissimi i messaggi di affetto e cordoglio per la famiglia Perinetti. Questo è il comunicato dell’Avellino Calcio: “L’U.S. Avellino 1912 si unisce al dolore del proprio direttore dell’area tecnica Giorgio Perinetti, ed a tutta la sua famiglia, per la scomparsa della cara figlia Emanuela“. Ha scritto l’avvocato Giuseppe Tatarella: “Addio Emanuela Perinetti ti ho conosciuta quando ti eri appassionata alla politica fin da giovanissima, con gli occhi pieni di speranza e la tua intelligenza sempre stimolante, eri sempre presente e attiva con i ragazzi di Generazione Futuro. Ti ho visto crescere negli anni con la stessa passione per il tuo lavoro. Eri una persona di cuore e oggi i cuori di tanti sono costretti a darti un addio inaspettato e ingiusto. La terra sia lieve amica mia, ci mancherai tanto“. Il commentatore sportivo Xavier Iacobelli ha pubblicato sui social: “Emanuela Perinetti, non ci sono parole. Solo lacrime e dolore. Un abbraccio fortissimo a Giorgio Perinetti e ai suoi Cari. Una preghiera infinita per Emanuela“.
Emanuela Perinetti: le foto su Instagram
Ma non si contano i commenti e i post dedicati ad Emanuela da parte di amici, tifosi ed esponenti del mondo della comunicazione e del marketing. La giovane è stata descritta come una persona allegra, buona, determinata, forte e solare. La Perinetti aveva anche un profilo Instagram molto attivo con il quale aggiornava i suoi 16.200 follower sulle sue attività mantenendo con loro un contatto diretto. Diverse le foto e le storie condivise, numerose le interazioni del pubblico. Proprio sul social media proprietà di Meta, la famiglia Perinetti ha pubblicato una storia con le informazioni relative al funerale della 34enne.
Emanuela Perinetti: il profilo Facebook
Ma Emanuela Perinetti era molto attiva anche su Facebook. Il suo profilo è ricco di contenuti, soprattutto pubblicazioni di fotografie. Tantissime le interazioni. Dal giorno della sua scomparsa la bacheca della giovane è stata inondata dall’affetto di chi la conosceva, da parte di amici e colleghi ma hanno scritto anche molti utenti ‘comuni’. Questi ultimi colpiti dalla vicenda, hanno voluto esprimere la propria vicinanza all’influencer 34enne e alla sua famiglia.
Emanuela Perinetti: quando ci saranno i funerali
“Per chi volesse salutare Manu, i funerali si terranno domani (oggi, ndr) alle ore 14.45 presso la basilica di San Eustorgio a Milano. Non ci sarà camera ardente. Si dispensa dai fiori, ma se vi fa piacere dedicate un pensiero a una fondazione che avete a cuore, come avrebbe voluto lei. Grazie mille, famiglia Perinetti“, questo il testo che ha accompagnato la storia postata dalla famiglia Perinetti sul profilo Instagram di Emanuela. Dunque l’appuntamento per l’ultimo saluto alla giovane manager è previsto domani a Milano.
Emanuela Perinetti: gli studi alla Luiss e la carriera
Era il 2018 quando Emanuela Perinetti è stata inserita nell’elenco delle 150 donne più influenti del digital italiano. L’influencer, esperta anche di editoria online, viveva a Milano ma la sua formazione professionale è avvenuta a Roma. Proprio nella capitale la 34enne si è laureata in ‘Innovation Management‘ alla Luiss, dove ha conseguito anche un master. Poi l’inizio della carriera nel settore del marketing e della comunicazione, in particolare in quello del management sportivo. La Perinetti è stata general manager della Sport Business Unit di Sports Dots (Prodea Group) nonché co-founder di Cucu Sports e Stadeo, società che aveva collaborato con Romagiallorossa.it.
Emanuela Perinetti: i messaggi dei colleghi
Lunghi i post pubblicati da rispettivamente da Riccardo Luna e Martina Pennisi: “È morta Emanuela Perinetti, aveva 34 anni. Probabilmente l’avete letta qui, su Italian Tech o su Green & Blue; o l’avete vista sul palco dei nostri festival che moderava dei panel dedicati allo sport. Lo sport, e in particolare il calcio, erano la sua passione. L’avevo conosciuta nel 2009 quando lanciai Wired. Lei era a Seul, giovanissima, a fare un corso di specializzazione. Ai tempi Wired era una calamita irresistibile per i curiosi, gli innovatori, gli ottimisti. Emanuela rientrava in tutte e tre le categorie. Mi scrisse su Facebook e il suo modo di fare mi conquistò come poi ho visto conquistava tutti. Da allora mi aveva iniziato a chiamare ‘il mio direttore’, anche se non lo ero ma in un certo senso lo sarei diventato molti anni dopo.
Nel 2011 lasciai Wired per fare mille altre cose e lei tornò in Italia per applicare quello che aveva imparato in Corea del Sud, soprattutto sul marketing e il digitale, alla sua passione sportiva. Quando nella primavera del 2021 sono tornato in GEDI per lanciare Italian Tech abbiamo finalmente iniziato a collaborare; e la collaborazione si è fatta più fitta quando ho preso anche la direzione di Green & Blue. Era assolutamente convinta che lo sport dovesse fare di più sul tema della sostenibilità e mi aiutò moltissimo lo scorso aprile a montare la petizione “capitani per il clima”, una raccolta firme per chiedere alla Lega calcio di far scendere in campo i capitani con una fascia dedicata al cambiamento climatico in occasione della Giornata della Terra. I capitani (Pessina, Berardi, Calabria) li chiamò e convinse tutti lei; e lo stesso fece con Del Piero, che per lei era solo Alex, e che solo per lei credo accettò di guidare la petizione. A giugno al Festival di Green & Blue ci incontrammo dopo tanto tempo … Abbiamo passato l’estate a mandarci messaggi sul nostro sogno di organizzare in Italia una partita di calcio carbon neutral.
Lei aveva uno strano modo di mandare messaggi: erano solo vocali ed erano “a rate”, ogni dieci secondi chiudeva e ne aggiungeva un altro e poi un altro….Qualche sera fa speravo di rivederla. Allo stadio Olimpico giocava l’Italia e lei non si perdeva mai un match importante. Le scrissi: dove sei? E lei: “Con un cliente, per una volta gli ho dato la precedenza”. Era strano. Ora che è arrivata la notizia della sua morte improvvisa, penso che quel cliente fosse la morte e che lei semplicemente non me lo avesse voluto dire per non spaventarmi e non commuovermi e perché avevamo ancora un sacco di cose da fare. Era una gran bella persona, Emanuela“.
“Sono andata a ripescare le mail del passato, una vita lavorativa (e non solo) fa in quel cantiere-famiglia che era StartupItalia. Emanuela Perinetti, io e te, guidate da Riccardo Luna, avevamo di fatto fondato SmartMoney, insieme. Senza di te non ci sei sarei mai riuscita. Eri appena tornata dalla Corea del Sud dove avevi studiato e toccato con mano quello che io stavo imparando e vedendo solo germogliare in Italia: il Fintech. Ora è roba da libri di storia dell’innovazione. Le mail, dicevo: una domenica mi scrivesti che avevi da pochi giorni saputo della morte di tua mamma. Ti scusavi perché temevi che non saresti stata puntuale con le consegne degli articoli. Nella stessa mail, poche righe dopo, però, ti contraddicevi, promettendo che martedì avresti ricominciato a lavorare, a fare le cose che ti davano gioia, perché anche tua mamma avrebbe voluto così.
‘Forse scriverò anche più di prima!’, concludevi, con due punti esclamativi. Energia, argento vivo, voglia di vivere, di costruire, immaginare, divertirti. Eri incontenibile, oltre il dolore. Le nostre strade si sono separate poco dopo, entrambe avevamo la buona abitudine di non stare mai troppo ferme, ma quei punti esclamativi ho continuato a scorgerli nei tuoi aggiornamenti sui social: chi ti fermava, Manu. In quel mondo del calcio, che adoravi e ti invidiavo persino un pò. Trovavamo ogni tanto il tempo per un messaggio, il progetto di un caffè mai preso, gli auguri di compleanno, il ricordo di un’esperienza o un evento che avevamo condiviso. Non sapevo, non potevo immaginare e oggi stento a crederci. Chi ti ferma, Manu. Con due punti esclamativi“.