La decisione
Oscar Pistorius tornerà libero, ok alla condizionale dell’ex campione olimpico a 10 anni dall’omicidio della fidanzata
Esteri - di Redazione
Oscar Pistorius, l’ex corridore e campione paralimpico sudafricano, il prossimo 5 gennaio 2024 sarà fuori dal carcere di Atteridgeville, vicino a Pretoria in Sudafrica, dove è attualmente recluso. Lo ha deciso la Commissione per la libertà vigilata, che ha concesso all’ex campione la libertà vigilata fino a quando non avrà finito di scontare la pena.
Pistorius era stato condannato nel 2016 a 13 anni e 6 mesi di carcere per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp: il 37enne nel giorno di San Valentino del 2013 sparò più volte alla compagna attraverso la porta del bagno della sua casa di Pretoria, in Sudafrica. “Blade runner”, come veniva soprannominato Pistorius per le sue protesi agli arti inferiori, capace nella sua carriera di vincere i 200 metri alle Olimpiadi del 2004 e i 100, 200 e 400 metri nel 2008, si era difeso affermando di averla scambiata per un ladro, mentre per l’accusa Pistorius aveva sparato dopo una discussione e quindi si era trattato di un omicidio premeditato.
Come riferito dai familiari di Reeva Steenkamp, Pistorius dovrà sottoporsi ad una “terapia per la rabbia“, oltre a svolgere servizio sociale.
L’omicidio della moglie
Il 14 febbraio 2013 Pistorius venne interrogato e poi tratto in arresto dalla polizia di Pretoria con l’accusa di omicidio, per aver ucciso la compagna Reeva Steenkamp, 29enne modella sudafricana. Pistorius confessò di aver sparato alla fidanzata ma sostenne anche di averla scambiata per un intruso.
Steenkamp morì colpita da quattro colpi di pistola esplosi da Pistorius attraverso la porta del bagno chiusa, nella casa dove i due convivevano. Dopo otto giorni trascorsi in cella, gli viene concessa la libertà su cauzione.
I processi
Il 21 ottobre 2014 l’ex campione olimpico viene condannato a 5 anni di carcere per omicidio colposo e a tre anni (sospesi con la condizionale) per possesso illegale di armi da fuoco. Pistorius passa un anno in prigione, poi viene spostato in detenzione domiciliare dal 20 ottobre 2015.
Nel dicembre 2015 la Corte Suprema d’Appello sudafricana accoglie il ricorso presentato dalla Procura e riconosce Pistorius colpevole di omicidio volontario, stabilendo che il caso verrà rinviato a un giudice di prima istanza che avrà il compito di infliggere una pena appropriata, mentre all’ex atleta vengono prorogati gli arresti domiciliari.
Nel luglio 2015 viene condannato a sei anni di carcere, pena che la Corte Suprema d’Appello del Sudafrica aumenta a 13 anni e sei mesi nel novembre del 2017.
Le reazioni
La madre di Reeva Steenkamp, Junve, non si è opposta alla cauzione ma, in una lettera inviata alla commissione per la libertà vigilata, ha detto di chiedersi se gli “enormi problemi di rabbia” di Pistorius siano stati veramente affrontati in carcere, aggiungendo che sarebbe potenzialmente “preoccupata per la sicurezza di qualsiasi donna” che entrasse a contatto con lui.
La donna non ha presenziato all’udienza sulla libertà vigilata che si è tenuta oggi nella prigione di Atteridgeville. Il marito e padre di Reeva, Barry, è morto all’inizio di quest’anno.