Ospedali intasati
Cina alle prese con un boom di polmonite tra i bambini, l’Oms lancia l’allarme e chiede informazioni a Pechino
Un aumento vertiginoso e in parte sospetto, perché in Cina quest’anno il picco influenzale è arrivato in forte anticipo riempendo gli ospedali di pazienti, in particolare bambini, alle prese con polmoniti. Per questo l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha presentato una richiesta ufficiale alle autorità di Pechino di fornire “dettagliate informazioni epidemiologiche e cliniche, nonché risultati di laboratorio” sull’aumento di malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bimbi, dopo che la Commissione sanitaria nazionale di Pechino, in una conferenza stampa del 13 novembre, aveva segnalato un boom di casi nel Paese.
Per l’Oms la “lezione” ricevuta quattro anni fa col Covid-19 è bastata, con la diffusione del Coronavirus nel gigante asiatico tenuta clamorosamente nascosta dal regime di Xi Jinping. Anche in quel caso il virus si diffuse come una misteriosa polmonite virale, poi diventata una pandemia capace di infettare 676 milioni di persone causando quasi 7 milioni di decessi. Per questo l’Organizzazione, di fronte ad un nuovo allarme proveniente da Pechino, ha deciso di intervenire con prontezza.
L’Oms, in attesa di ricevere ulteriori informazioni dalle autorità sanitarie cinesi e di riuscire a fare chiarezza sull’esplosione di casi di polmonite, ha raccomandato di seguire le misure necessarie a ridurre il rischio di contagio, basate su vaccinazioni, distanziamento dalle persone malate, autoisolamento in caso di infezione, test e cure mediche secondo le necessità. Infine, l’uso delle mascherine a seconda dei casi, una buona ventilazione degli ambienti e il lavaggio regolare delle mani.
I casi anomali nei bambini
Per ora le autorità cinesi, come riferisce la stessa Oms in una nota, hanno attribuito il rialzo dei casi alla revoca delle restrizioni anti-Covid e alla circolazione di agenti patogeni come l’influenza, il micoplasma pneumoniae, il virus respiratorio sinciziale, nonchè lo stesso SarS-Cov-2.
A spaventare i funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità sono i numeri che arrivano dalla Cina: da metà ottobre infatti nella zona settentrionale del Paese asiatico si è registrato un aumento delle malattie simil-influenzali rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti. In una nota l’Oms ricorda come il 21 novembre erano stati segnalati, anche sui media, cluster di polmonite non diagnosticata nei bambini nel nord della Cina. E non è chiaro se questi siano associati all’aumento complessivo delle infezioni respiratorie precedentemente segnalato dalle autorità cinesi o a eventi separati. Ieri quindi l’organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite ha richiesto ulteriori informazioni epidemiologiche e cliniche, nonché i risultati di laboratorio di questi cluster segnalati tra i bambini, attraverso il meccanismo del Regolamento sanitario internazionale.