La battaglia all'ultimo voto
Elezioni in Olanda, il Paese al voto nell’incertezza: sfida a quattro per il dopo Rutte, incognita estrema destra
Esteri - di Carmine Di Niro
Il voto più pazzo e imprevedibile degli ultimi anni. Nei Paesi Bassi si torna oggi al voto, con le elezioni parlamentari anticipate dopo la caduta del precedente governo di centrodestra a guida Mark Rutte, con la rottura con gli alleati per una controversa legge sull’immigrazione.
Rutte, che guidava il Paese ininterrottamente dal 2010, non si è ricandidato e ha anche annunciato l’addio alla politica. Una decisione che ha reso le elezioni parlamentari, con i seggi aperti dalle 7:30 di questa mattina alle 21 di questa sera, a dir poco impronosticabili.
Come funziona il sistema politico olandese
Il voto degli elettori stabilirà chi siederà nella Camera bassa, con i 150 seggi assegnati su base proporzionale. Per l’ingresso in Parlamento la soglia di sbarramento è praticamente inesistente: se in Italia è posta al tre per cento, nei Paesi Bassi basta lo 0,67 per cento dei voti.
Anche per questo sulla scheda elettorale c’è un elenco importante di partiti e movimenti politiche si presentano per tentare l’ingresso nella Camera bassa, ben ventisei. Di questi 17 sono già attualmente rappresentati in Parlamento.
L’instabilità politica olandese
Il sistema proporzionale con soglia di sbarramento ridotta sostanzialmente a zero ha fatto sì che nella Camera bassa nessun partito storicamente riesce ad ottenere una maggioranza tale da formare un governo in autonomia. L’ultimo governo di Mark Rutte, che per formarsi ha impiegato ben sette mesi di negoziati, era composto dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia dell’ex premier, di centrodestra, il partito centrista ed europeista D66, i conservatori liberali di Appello Cristiano Democratico e il partito conservatore Unione Cristiana.
Stando a tutti i principali sondaggi diffusi nelle settimane che hanno preceduto il voto odierno, nessun partito dovrebbe riuscire ad ottenere trenta seggi: per questo il prossimo esecutivo dovrà essere sostenuto da una coalizione di almeno tre partiti.
I leader e partiti più importanti
Se sono 26 i partiti che si sono presentati alle urne, a contendersi realmente il potere saranno in realtà quattro leader. Tre sono alla guida di partiti di destra o centrodestra: Dilan Yeşilgöz-Zegerius, erede di Mark Rutte alla guida del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia; Pieter Omtzigt, ex deputato indipendente e a lungo membro di Appello Cristiano Democratico, fondatore ad agosto del partito Nuovo Contratto Sociale; Geert Wilders, a capo del Partito per la Libertà di estrema destra e islamofobico. A sinistra c’è invece Frans Timmerman, vicepresidente uscente della Commissione europea e ideatore del Green deal europeo, a capo del cartello elettorale fra Partito Laburista e Sinistra verde.
Chi è Dilan Yeşilgöz-Zegerius
Dilan Yeşilgöz-Zegerius è ministra uscente della Giustizia e della Sicurezza del governo Rutte. Figlia di due rifugiati politici turchi e curdi e si era trasferita nei Paesi Bassi quando era molto piccola insieme alla madre e alla sorella, ricongiungendosi al padre arrivato lì tre anni prima.
Nonostante il “background familiare”, Yeşilgöz-Zegerius ha spinto più a destra il partito sul tema dell’immigrazione, questione che in realtà è centrale nei programmi di tutti i partiti dell’area. Prima della caduta dell’esecutivo Rutte, si era detta favorevole alla legge che avrebbe reso più difficile il ricongiungimento famigliare delle persone richiedenti asilo, nonostante lei fosse arrivata nei Paesi Bassi proprio attraverso questo meccanismo.
La nuova leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia non ha escluso l’apertura ad una coalizione con Wilders, che negli anni Rutte ha sempre tenuto fuori dai governi pur cedendo in diverse occasioni alla “agenda” anti-immigrazione del leader di estrema destra.
Chi è Pieter Omtzigt
Per 18 anni membro di Appello Cristiano Democratico, Pieter Omtzigt ha lasciato il partito nel 2021 dopo aver contribuito a far esplodere il caso degli assegni famigliari che fece cadere il terzo governo Rutte. Dal 2012 lo Stato olandese chiedeva indietro a circa 20mila famiglie i sussidi mensili ricevuti come contributo alla crescita dei figli accusandole di frode: si scoprì che quelle accuse non si basavano su prove ma su un algoritmo che creava dei profili di rischio. Molte famiglie costrette a risarcire il governo erano di origine straniera e si erano indebitate pesantemente per fare fronte alle accuse.
Omtzigt, politico navigato ed economista e fondatore di Nuovo Contratto Sociale, potrebbe essere decisivo per la formazione di qualunque tipo di maggioranza: ha idee di sinistra sul fronte dell’economia, a partire dal sostegno ai lavoratori e sulla tassazione per i più ricchi, ma si è detto anche sostenitore della destra sulle politiche in materia di immigrazione, pur senza avvicinarsi alle posizioni più estreme della politica olandese, quelle di Wilders.
Chi è Frans Timmerman
Noto a livello europeo per il suo ruolo di vicepresidente della Commissione europea e per essere il padre del Green Deal europeo, è l’unico leader della sinistra olandese ad avere possibilità di formare un governo, anche se di coalizione.
Il 62enne ex ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, famoso anche dalle nostre parti per la sua passione per la squadra di calcio della Roma, è chiamato però a fare un mezzo miracolo: per governare avrà bisogno del sostegno di Omtzigt e di altri partiti minori come i centristi ed europeisti di D66, mentre non sembra al momento favorevole ad una maggioranza allargata al Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia di Dilan Yeşilgöz-Zegerius.
Chi è Geert Wilders
All’estrema destra è posizionato Geert Wilders, storico leader del Partito per la Libertà. Alla guida di un partito populista e islamofobo, il suo è il programma più reazionario sul tema dell’immigrazione: Wilders chiede la chiusura di tutte le moschee e il divieto di ingresso nel paese per i musulmani.
Wilders può cullare il sogno dell’ingresso in eventuale governo a guida Dilan Yeşilgöz-Zegerius, che non gli ha chiuso le porte a differenza del suo predecessore Mark Rutte.
Gli altri partiti
Dopo il clamoroso boom elettorale dello scorso marzo, quando ottenne il 20% dei voti alle elezioni provinciali, è invece dato in forte calo il BoerBurgerBeweging, il Movimento Civico-Contadino fondato nel 2019 e improntato alla difesa degli interessi degli agricoltori e degli abitanti delle aree rurali del Paese.
Alcuni sondaggi recenti danno il Movimento sotto il 5% e la sua leader, Caroline van der Plas, aveva clamorosamente fatto sapere di non poter fare la premier perché ha paura di volare.