L'ennesima stretta

Meloni porta in CdM un nuovo pacchetto sicurezza, più carcere per tutti: stretta anche sulle detenute madri

Cronaca - di Redazione

16 Novembre 2023 alle 10:52 - Ultimo agg. 16 Novembre 2023 alle 17:04

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Giorgia Meloni con i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi
Giorgia Meloni con i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi

Pene più dure, più carcere, una stretta generale sulla “sicurezza”. “Più carcere” è la parola d’ordine del governo Meloni, che esaminerà oggi in Consiglio dei ministri un nuovo ddl che prevede nuovi reati, norme sul carcere e innalzamenti di pena.

All’interno del ddl, con il provvedimento studiato dai ministeri dell’Interno, della Giustizia e della Difesa, c’è un mare magnum di nuove norme che vanno a colpire a destra e a manca: dalle occupazioni illegali alle misure antiterrorismo, dall’accattonaggio alle truffe agli anziani, dalle armi alle forze dell’ordine ai graffitari.

Donne incinte in carcere

Quanto alla stretta sulle detenute madri, come riferisce l’AdnKronos si prevede un regime più articolato per l’esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena, ma è mantenuta tale facoltà in presenza dei requisiti di legge. Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice ci sarà, per esempio, la recidiva.

È stata poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età).

Le occupazioni

Si rischierà dai due ai sette anni di carcere per chi occupa case. La nuova norma prevede che “chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da 2 a 7 anni”.

Stessa pena è prevista per chi “si appropria di un immobile altrui, con artifizi o raggiri, ovvero cede ad altri l’immobile occupato”.

Seconda arma per le forze dell’ordine fuori servizio

Via libera poi nel pacchetto studiato dai ministeri guidati da Piantedosi, Nordio e Crosetto all’impiego per le forze dell’ordine fuori servizio di una seconda arma diversa da quella d’ordinanza, anche senza licenza. Il pretesto utilizzato per l’uso di una seconda arma da fuoco è che quella d’ordinanza “è un’arma da «porto manifesto», vale a dire di grandi dimensioni e sensibile pesantezza”, si legge nella relazione illustrativa del provvedimento.

Le rivolte nelle carceri

Mano dura anche per prevenire le rivolte nelle carceri. Verrà punito con reclusione da due a otto anni “chiunque, all’interno di un istituto penitenziario, mediante atti di violenza o minaccia, tentativi di evasione, di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti, commessi/posti in essere in tre o più persone riunite, promuove, organizza, dirige una rivolta”.

Per il solo fatto di partecipare alla rivolta, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Se il fatto è commesso con l’uso di armi la pena è della reclusione da tre a dieci anni. Se nella rivolta taluno rimane ucciso o riporta lesione personale, la pena è della reclusione da dieci a venti anni.

La stretta sui graffitari

Spunta poi la reclusione da sei mesi a un anno e una multa da mille a tremila euro per i “graffitari”. casi di recidiva si aumenta a 3 anni e a seimila euro di multa.

di: Redazione - 16 Novembre 2023

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