Scontro sindacati-governo
Commissione di garanzia: cos’è l’autorità che decide sugli scioperi, la polemica sulla mobilitazione generale
L'organo che vigila sui tempi e i modi della mobilitazione contesta due principi e lo status "generale" dello sciopero. I sindacati rilanciano: "Siamo solo all'inizio della mobilitazione". Salvini minaccia la precettazione
Politica - di Redazione Web
Per la Commissione di garanzia lo sciopero indetto dai sindacati per venerdì 17 novembre violerebbe la normativa vigente. La Commissione si è espressa lunedì mattina nella sua sede, dove aveva convocato i responsabili di CGIL e UIL per un incontro durato circa due ore. Non ha vietato lo sciopero ma ha ribadito alle associazioni le indicazioni che aveva espresso nella delibera. E quindi ha contestato i principi della “rarefazione oggettiva” e quello della “durata massima della prima azione” e la definizione stessa di sciopero generale nel caso specifico. È scontro aperto tra sindacati e governo.
La delibera della Commissione di garanzia invitava le associazioni a rimodulare orari e modalità della mobilitazione. Secondo la Commissione lo sciopero del 17 novembre non avrebbe tenuto in conto della concomitanza tra gli scioperi e delle limitazioni imposte per legge alla durata degli scioperi in alcuni settori. La Commissione ha chiesto ai sindacati di escludere dalla mobilitazione i settori del trasporto aereo e dell’igiene ambientale, che hanno già programmato scioperi nei giorni vicini, e di abbreviare a massimo quattro ore e otto ore gli scioperi dei Vigili del Fuoco e del trasporto pubblico locale.
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La serie di scioperi convocata a partire da venerdì prossimo è stata indetta dai sindacati CGIL e UIL. Coinvolgerà dipendenti pubblici, lavoratori dei trasporti e dell’istruzione. Per la Commissione non si può parlare di sciopero “generale” perché non coinvolge allo stesso momento la totalità dei settori. Il diritto allo sciopero è riconosciuto all’articolo 40 della Costituzione. I limiti del diritto sono stati individuati con l’approvazione di una legge nel 1990 che introduceva i principi che le associazioni devono rispettare per convocare una mobilitazione e la stessa Commissione di vigilanza. I sindacati UIL e CGIL hanno contestato le osservazioni della Commissione che tuttavia ha ribadito la sua posizione in una nuova nota ufficiale.
Sulla questione è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e segretario della Lega Matteo Salvini, che da quando e tornato a essere ministro ha fatto più di una volta ricorso alla precettazione. Il segretario del Carroccio ha attaccato il segretario generale della CGIL Maurizio Landini tirando il ballo il particolare secondo cui la maggior parte degli scioperi vengono convocati di venerdì. “Forse Salvini, che in vita sua non ha mai lavorato, pensa al suo weekend – ha commentato Landini – Capisco il nervosismo, perché chi in campagna elettorale ha raccontato che avrebbe aumentato gli stipendi e che avrebbe cancellato la Fornero, oggi di tutto questo non c’è traccia”.
Cos’è la Commissione garanzia
La Commissione di garanzia è l’autorità che per legge ha il compito di vigilare sui tempi e i modi della convocazione di uno sciopero. È composta da cinque membri scelti da esperti del settore su indicazione dei presidenti della Camera e del Senato e con nomina tramite decreto del Presidente della Repubblica. Attualmente il presidente è Paola Bellocchi e ne fanno parte l’avvocato Peppino Mariano, consulente dell’attuale premier Giorgia Meloni quando era ministra della Gioventù; l’avvocato Luca Tozzi, già consulente giuridico dell’attuale Presidente della Camera Lorenzo Fontana quando era ministro della Famiglia; l’economista Paolo Reboani, già consulente per ministri del Lavoro come Roberto Maroni e Maurizio Sacconi; il docente universitario Federico Ghera.
La legge del 1990 ha introdotto la Commissione ma anche altri principi per la convocazione di uno sciopero. Come il preavviso minimo o il tentativo di risolvere le controversie con le autorità prima di procedere con lo sciopero. Il diritto di sciopero non deve tralasciare la necessità di contemplare altri diritti fondamentali, come quello alla salute o all’igiene pubblica o alle funzioni dei servizi basilari. Il governo può intervenire sugli scioperi tramite la “precettazione”, la facoltà di un presidente del Consiglio o di un ministro o del prefetto di imporre limitazioni alla mobilitazione o di vietarla del tutto.
Perché la Commissione ha bocciato lo sciopero
L’organo preposto in questo caso ha contestato due principi. La “rarefazione oggettiva”, secondo il quale tra due scioperi nello stesso settore deve passare un minimo lasso di tempo – contestato nella mobilitazione del trasporto aereo, visto che c’è uno sciopero del FLAI convocato il 24 novembre, nel settore della raccolta rifiuti, COBAS ha convocato uno sciopero il 24 novembre, e Vigili del Fuoco, convocato il 17 novembre dal sindacato USB. Il secondo principio è quello della “durata massima della prima azione” che detta la durata massima, a seconda di settori e professioni, di uno sciopero. Salvini ha avvisato della possibilità di procedere con la precettazione se i sindacati non si adegueranno alle osservazioni della Commissione.