È tornato libero
Anna Politkovskaya, graziato l’ex agente condannato per la sua morte: si è arruolato per la guerra in Ucraina
Si è arruolato e ha combattuto in Ucraina al fianco dell’esercito russo, per questo potrà tornare in libertà. Serghei Khadzhikurbanov, cittadino russo condannato a 20 anni di reclusione per aver preso parte all’uccisione della giornalista Anna Politkovskaya, è stato graziato e rimesso in libertà dalle autorità di Mosca.
Khadzhikurbanov, come confermato dal suo avvocato Alexei Mikhalchik all’agenzia Afp, ha riacquistato la libertà dopo avere servito sei mesi al fronte in Ucraina, dove dal 24 febbraio dello scorso anno è in corso il conflitto tra esercito ucraino e russo dopo l’invasione degli uomini di Vladimir Putin. Il legale di Khadzhikurbanov ha aggiunto che, dopo questo periodo, il suo cliente ha scelto di firmare un contratto per rimanere nelle forze armate.
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Ex agente del dipartimento per la lotta contro la criminalità organizzata, Khadzhikurbanov era stato riconosciuto come uno degli organizzatori dell’omicidio della Politkovskaya, avvenuto nel 2006, ed era stato condannato a 20 anni di reclusione. L’uomo avrebbe dovuto finire di scontare la pena nel 2034. “Penso che in un certo senso, giustizia sia stata fatta, perché credo che Khadzhikurbanov non fosse coinvolto nell’uccisione di Anna Politkovskaya“, ha aggiunto l’avvocato alla testata Rbc.
L’avvocato ha anche aggiunto che dopo essere partito per la zona dove si svolgono le ostilità Khadzhikurbanov ha ricevuto quasi immediatamente una posizione di comando, data la sua esperienza di lavoro nelle forze speciali russe negli anni Novanta.
La morte di Anna Politkovskaya
Giornalista del quotidiano Novaya Gazeta nota principalmente per i suoi reportage sulla seconda guerra cecena, per le sue critiche al regime di Vladimir Putin, in particolare sui comportamenti violenti dell’Fsb, i servizi di sicurezza erede del Kgb sovietico, e per le inchieste sulla corruzione nella politica, Anna Politkovskaya venne uccisa il 7 ottobre 2006 a Mosca mentre stava rincasando.
Il suo cadavere venne trovato nell’ascensore del palazzo in cui viveva nella capitale russa: accanto al corpo venne rinvenuta una pistola Makarov con quattro bossoli, uno dei proiettili sparati l’aveva colpita alla testa.
Le indagini non arrivarono mai a scoprire il mandante dei killer. Vennero incriminati due criminali comuni ceceni insieme con un funzionario dell’Fsb: assolti nel processo di primo grado per insufficienza di prove, la Corte Suprema russa annullò la sentenza accogliendo il ricorso della Procura. particolare la Corte suprema federale ha annullato la sentenza di assoluzione per Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l’organizzatore logistico del delitto, nonché per i due fratelli Džabrail e Ibragim Machmudov definiti come i presunti “pedinatori” della vittima e per il tenente-colonnello Pavel Rjaguzov, uomo dell’Fsb al quale erano contestati reati minori, insieme allo stesso Khadzhikurbanov, per avere fornito l’indirizzo della Politkovskaya al gruppo ceceno. Khadzhikurbanov venne infine condannato nel 2014 a venti anni di reclusione.
In molti all’estero hanno identificato nel mandante dell’omicidio lo stesso presidente russo Vladimir Putin: l’assassinio della Politkovskaya avvenne tra l’altro nel giorno del compleanno dello ‘Zar’ del Cremlino.