Terremoto politico a Lisbona
Antonio Costa: chi è e perché si è dimesso il premier portoghese
Il Primo Ministro si è rivolto ai cittadini attraverso le tv nazionali. Si è mostrato sorpreso dalle indagini ed ha ribadito la sua innocenza. L'inchiesta ha riguardato alcuni progetti relativi all'energia green. Dalla vittoria alle elezioni ai numerosi scandali che hanno azzoppato l'esecutivo. Tra i casi il 'TapGate' che ha coinvolto la compagnia aerea nazionale
Esteri - di Redazione Web
Il primo ministro portoghese António Costa si è dimesso. Confermando, in un messaggio in diretta alle televisioni nazionali, la notizia circolata oggi sull’esistenza di un’indagine penale sul suo conto, Costa si è detto “fiducioso nel funzionamento della giustizia” e si è messo a disposizione per chiarire ogni sospetto sul suo operato. “In questi anni mi sono dedicato con l’anima e con il cuore a servire i portoghesi“. Così ha esordito il primo ministro portoghese António Costa nel discorso con cui ha annunciato le sue dimissioni. I premier si è detto sorpreso dalla notizia di un’indagine a suo carico e ha ribadito la sua innocenza: “Voglio dire ai portoghesi, guardandoli negli occhi, che non ho sulla mia coscienza il peso di nessun atto illecito“.
Il discorso del Premier
Ma ha anche dichiarato tutta la sua disponibilità a collaborare con le autorità giudiziarie: “Ho il dovere di impegnarmi nella preservazione della dignità delle istituzioni democratiche che rappresento“, ha detto. Ha infine ringraziato i portoghesi, il Partito socialista e sua moglie. Costa è coinvolto nell’inchiesta su progetti dai contorni poco chiari, secondo la procura, nell’ambito dell’energia verde: l’idrogeno verde a Sines e le miniere di litio di Montalegre.
L’indagine
Le perquisizioni di stamattina presso i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, il ministro João Galamba ufficialmente accusato per corruzione e abuso d’ufficio, il capo di gabinetto dello stesso premier arrestato, e infine la notizia che anche Costa era coinvolto di un’inchiesta condotta dalla Corte suprema, hanno convinto il leader socialista a presentare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica.
Il caso ‘energia verde’
Dopo la grande vittoria elettorale del 30 gennaio 2022, che gli aveva dato quella maggioranza assoluta che avrebbe dovuto garantire la stabilità del suo governo, Costa ha visto la sua popolarità crollare a causa dei ripetuti scandali. L’Agenzia per l’ambiente aveva annunciato all’inizio di settembre di aver concesso il via libera, a determinate condizioni, a un secondo progetto nel Paese per l’estrazione del litio, metallo utilizzato per la fabbricazione di batterie ed essenziale per la transizione energetica. Il Portogallo, che detiene le maggiori riserve di litio in Europa, è già il principale produttore, ma per il momento lo destina interamente alla ceramica e al vetro.
Il ‘Tapgate’
Anche un primo progetto di miniera di litio ha ottenuto, con condizioni, l’autorizzazione dell’Apa lo scorso maggio. Questi progetti minerari sono contestati dalle Ong ambientaliste e da parte della popolazione locale di questa regione rurale. Tra gli scandali che hanno piagato da subito il governo Costa, uno dei più gravi è noto come ‘TAPgate‘, dal nome della compagnia aerea pubblica, che è già costato la poltrona a una decina tra ministri e sottosegretari. Lo scandalo è scoppiato quasi un anno fa in seguito alle rivelazioni sul pagamento di una liquidazione di 500 mila euro a un amministratore della Tap che poi era stato messo a capo dell’Ente per il controllo del traffico aereo e pochi mesi dopo era stato nominato sottosegretario al Tesoro.