A 86 anni
È morta Rosetta Cutolo, sorella del boss Raffaele e ai vertici della Nuova Camorra Organizzata
La sorella del boss che sconvolse la Camorra napoletana era stata ai vertici del clan. Sfuggì a diverse catture, aiutata da un prete e nascosta in un convento. Si costituì soltanto nel 1993 dopo lunghe trattative. Vietati i funerali pubblici
Cronaca - di Redazione Web
Rosetta Cutolo ha sempre condiviso il potere criminale della Nuova Camorra Organizzata con il fratello Raffaele Cutolo, il boss che ha cambiato il volto della Camorra. Gestiva le estorsioni, ha affrontato una lunga latitanza e ha scontato anni di carcere. La chiamavano “occhi di ghiaccio”. La sua morte, arrivata oggi a 86 anni, mette definitivamente la pietra tombale secondo alcuni ai segreti mai svelati della traiettoria del Boss di Ottaviano, morto nel 2021 senza mai pentirsi.
Domenica Rosa Cutolo era nata a Ottaviano il primo gennaio del 1937. Era conosciuta anche come “Rosetta ‘e monache”, Rosetta delle monache. Era ricamatrice di professione. È stata considerata a capo della Nuova Camorra Organizzata quando il fratello era in carcere.
Il giornalista Joe Marrazzo riuscì a intervistare la donna in uno Speciale per la Rai, dopo l’assenso del boss dal carcere. “Lo definiscono come un ‘bravo ragazzo’, ha sempre lavorato poi è successa la disgrazia quando aveva 19 anni, gli hanno dato l’ergastolo a 19 anni. È uscito con la scadenza, con quella si è sparato con i carabinieri, poi è uscito dal manicomio. Capo di qua, capo di là, ma io non ne capisco proprio di queste cose”. L’intervista fu concessa davanti a suoi gregari.
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Oltre che a Ottaviano, la donna aveva vissuto infatti nel castello mediceo di Ottaviano comprato dal fratello per sistemare la famiglia, oggi acquisito al patrimonio del Comune. Con il maggiordomo Francesco Violento la donna teneva la contabilità del clan in una nicchia scavata in una parete e coperta da un quadro. Quando le forze dell’ordine perquisirono le cinquanta stanze del castello, trovarono anche le mappe che documentavano la spartizione del territorio nel napoletano tra le cosche. Rosetta riuscì a fuggire, destinataria di una misura cautelare in carcere, mentre era in corso di un vertice tra i vari clan e grazie a don Giuseppe Romano, il prete suo confessore. Anche nel 1990 riuscì a fuggire alla cattura dal convento dove si era nascosta e dov’era stata protetta.
Si costituì nel 1993, dopo lunghe trattative coadiuvate anche dai servizi segreti, per scontare sei dei dieci anni di una condanna in carcere. Fu detenuta carcere di Sollicciano e interpretò anche la parte della protagonista di Filomena Marturano, commedia di Eduardo De Filippo, al Teatro della Pergola. Scontò sei anni, dopo la liberazione era tornata a vivere a Ottaviano nel 1999. È morta questa mattina assistita dalla nipote Denise. I funerali della donna si svolgeranno domani mattina nella chiesa San Michele Arcangelo a Ottaviano, in provincia di Napoli, dove la donna era rimasta a vivere. Vietati i funerali pubblici.