A Catania altri 5
Decreto Cutro “respinto” anche da un giudice di Potenza, Tribunale libera richiedente asilo tunisino
Dopo Catania e Firenze, questa volta tocca a Potenza. È dal capoluogo lucano che arriva l’ennesima mazzata per il governo di Giorgia Meloni e per il decreto Cutro sull’immigrazione: il giudice del Tribunale di Potenza Filippo Palumbo non ha convalidato il trattenimento, disposto dal questore di Forlì, di un cittadino tunisino richiedente asilo nel Cpr di Palazzo San Gervasio, piccolo centro della provincia di Potenza.
A scriverne è stata Repubblica, notizia poi confermata all’Ansa dall’avvocato Angela Maria Bitonti, referente per la Basilicata dell’Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione
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Il cittadino tunisino era arrivato in Italia nel mese di novembre del 2022, richiedendo asilo a Palermo. Poi nei giorni scorsi, ha fatto un’altra richiesta alla Questura di Forlì che ne ha disposto il trattenimento nel Cpr di Palazzo San Gervasio. Quindi nella giornata di giovedì il giudice di Potenza Palumbo non ha convalidato il trattenimento del cittadino tunisino, tra l’altro in possesso del passaporto. “Mancava il minimo dei presupposti per un provvedimento di applicazione delle procedure di frontiera“, ha aggiunto all’Ansa Praticò.
Altro caso anche a Catania
Da Catania per la quarta volta i giudici del Tribunale etneo hanno “respinto” il decreto Cutro. Dopo il doppio “no” del giudice Iolanda Apostolico, finita nel mirino del vicepremier Matteo Salvini e della maggioranza per aver partecipato nel lontano agosto 2018 ad una manifestazione pro-migranti a Catania, questa volta a non convalidare il trattenimento di cinque migranti a Pozzallo disposto dal Questore di Ragusa è stato il giudice Rosario Cuprì, che aveva già emesso un analogo dispositivo nei giorni scorsi per sei tunisini.
Attualmente, a quanto apprende l’Ansa, non ci sarebbero altri decreti da convalidare e nell’area riservata di Pozzallo non ci sono migranti presenti.
Il carabiniere nega di essere autore del video di Apostolico
Sempre oggi il carabiniere indicato come l’autore del video del 2018 in cui vede il giudice Apostolico partecipare alla manifestazione al porto di Catania, per chiedere lo sbarco dei quasi 180 migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera bloccata dall’allora ministro dell’Interno Salvini, ha negato alla Procura etnea di essere il “regista” del filmato.
Il militare, non indagato e sentito come persona informata sui fatti per oltre 90 minuti dal procuratore facente funzioni Agata Santonocito, secondo quanto riferisce l’Ansa avrebbe detto di non avere girato lui il video.
La tesi del carabiniere, assistito dall’avvocato Christian Petrina (non presente oggi al Palazzo di Giustizia), è che il suo sarebbe scaturito dopo un incontro conviviale con altri colleghi. Conoscendo la sua amicizia personale e professionale con Anastasio Carrà, luogotenente dell’Arma in congedo e deputato nazionale della Lega, i colleghi lo avrebbero preso in giro e invitato a “confessare” che il video fosse il suo, affermazione “ironica” ma che sarebbe stata interpretata come una conferma da un collega che ha presentato una relazione ai superiori che ha fatto scattare gli ulteriori accertamenti.