Cambio all'Ucpi
Chi è Francesco Petrelli, nuovo presidente delle camere penali al posto di Gian Domenico Caiazza
Da oggi a Firenze le assise dell’Unione delle camere penali dal titolo: “Ad armi pari”. Dopo cinque anni arriva il cambio al vertice nel segno dell’unità
Giustizia - di Angela Stella
Inizia oggi pomeriggio a Firenze il XIX Congresso ordinario dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Titolo della tre giorni: “Ad armi pari – separare le carriere, garantire il contraddittorio, difendere il diritto di impugnazione”. Tre obiettivi strategici per i penalisti guidati fino ad ora da Gian Domenico Caiazza che passerà la staffetta a Francesco Petrelli, dopo cinque anni alla guida, durante i quali ha traghettato i colleghi in periodi bui per una giustizia liberale.
Il suo mandato è iniziato quando a Via Arenula c’era forse il più populista dei Ministri, il pentastellato Alfonso Bonafede. Poi è arrivata Marta Cartabia, costretta a sacrificare grandi progetti di riforma sull’altare del compromesso politico. Successivamente è arrivato Carlo Nordio: da grande speranza a grandissima delusione per il momento. Il Guardasigilli era stato invitato ma non sarà presente. “Che cosa sarebbe venuto a fare, a dirci tutto quello in cui ha fallito fino ad ora, ad elencare tutte le promesse non mantenute?” ci dice un esponente di spicco dell’Unione. L’unica candidatura arrivata è dunque quella del noto penalista romano Francesco Petrelli, già Segretario dell’Ucpi, intorno al quale si sono riunite tutte le anime dell’Unione, superando una fase di frizioni interne.
Dopo anni di scontri a due l’associazione ritrova l’unità, con grandi sfide che l’attendono. Perché se è vero che nel Ministro Nordio i penalisti avevano riposto molte speranze, adesso si sono resi conto che il Guardasigilli non solo non sta portando avanti il suo programma elettorale ma sta mettendo la firma sotto riforme in antitesi al suo pensiero. Interverrà oggi invece il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, proprio dopo i saluti istituzionali, tra cui quelli del primo cittadino fiorentino Dario Nardella. Sarà poi la volta di due tavole rotonde.
La prima dal titolo ‘La riforma del processo: lo stato dell’arte’ con gli interventi di Oliviero Mazza, Luca Marafioti, Daniele Negri. La seconda su ‘Ordinamento giudiziario e fuori ruolo’ durante la quale assisteremo sicuramente al frizzante confronto tra il pm romano Eugenio Albamonte, Segretario uscente di Area Dg, e l’onorevole di Azione Enrico Costa sempre in prima fila a mettere in riga i magistrati che lo definiscono, non tanto ironicamente, ‘il braccio armato in Parlamento dell’Unione delle Camere Penali”. La prima giornata terminerà con la rappresentazione teatrale a cura della Compagnia dei detenuti della Casa di reclusione di Gorgona (Livorno). Sabato sarà invece il giorno di Gian Domenico Caiazza, con la sua relazione di chiusura e bilancio, preceduta dalla tavola rotonda sulla separazione delle carriere alla quale parteciperanno il professor Giovanni Guzzetta, l’avvocato Beniamino Migliucci, il vice Ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.
La separazione è uno snodo cruciale sia per il Governo sia per gli obiettivi da perseguire dalla nuova presidenza. Ma sembra che non sia più tra le priorità dell’Esecutivo, impegnato in materia di giustizia su altri fronti, e desideroso di non creare troppe tensioni con la magistratura, considerati anche gli ultimi accadenti in merito alle decisioni di alcuni giudici, criticate aspramente da alcuni membri del Governo, che hanno visto la magistratura scendere in campo per rivendicare la propria autonomia e indipendenza.
Partirà poi la presentazione della candidatura e l’inizio del dibattito congressuale che terminerà domenica e che sarà interessante seguire su Radio radicale, come tutto il resto del congresso, per capire se comunque verrà manifestato del malcontento, che gira nel sottobosco, in merito alla composizione della Giunta scelta da Francesco Petrelli, per alcuni considerata un punto di arrivo al ribasso per rispondere a diverse richieste. Ci sarà poi da capire chi, tra gli esclusi delusi, sarà messo a capo dei vari osservatori dell’Ucpi. Non c’è dubbio che la figura di Caiazza è definita da molti incomparabile ad altre, ma allo stesso tempo la scelta di Petrelli ha fermato tutte le possibili candidature alternative perché la sua figura di avvocato e fine giurista rappresenta comunque una garanzia per il nuovo corso dell’Unione.