Truffa sms del “finto figlio”, come funziona l’ultima trovata dello smishing per rubare soldi e dati sensibili

È l’ennesima modalità con cui i cyber truffatori tentano di accedere a dati sensibili, in particolari ai conti correnti altrui. Da mesi ormai, già prima dell’estate, stanno dilagando gli sms da numeri sconosciuti il cui testo inizia solitamente con un “Ciao papà” o “Ciao mamma”.

A scriverlo sono truffatori che, identificandosi come figlio e figlia di chi ricevere il messaggio, denunciano allo pseudo-genitore di aver subito il furto, lo smarrimento o la rottura del proprio smartphone.

Quindi si chiede di seguire un link per continuare la conversazione su WhatsApp dove chi si cela dietro la truffa continua nelle sue richieste, come ricaricare una carta prepagata o fornire i dati per accedere al conto corrente.

SI tratta, come detto, dell’ennesima truffa, denominata smishing: “utilizza messaggi di testo e sistemi di messaggistica (compresi quelli delle piattaforme social media) per appropriarsi di dati personali a fini illeciti”, è la definizione del Garante della privacy.

Per non cadere nel tranello una raccomandazione valida praticamente sempre è quella di non rispondere ai messaggi in cui si chiede da mittenti sconosciuti l’accesso ai propri dati sensibili. Nel caso di quest’ultima truffa, che tira in ballo i propri figli, un modo semplice per prevenire brutte sorprese è semplicemente quello di chiamare il proprio figlio o la propria figlia sul vero numero di telefono per accertare che tutto sia “sotto controllo”.

C’è chi, come il sito Difesa & Sicurezza, ha provato anche a rispondere a uno di questi messaggi per capire dove si spinge la truffa. Il risultato è stata una conversazione in un italiano per lo più corretto, ma dal tono un po’ strano per svolgersi fra presunti madre e figlio, e non sempre coerente: la richiesta iniziale di pagare una bolletta è diventata la domanda di pagare un computer, di cui sono state inviate le caratteristiche in tedesco.