"Così distruggono l’alpinismo"

Perché il Guinness World Records ha tolto a Reinhold Messner il primato degli 8mila metri

Per la pubblicazione l'alpinista italiano non è stato il primo a scalare tutti i 14 ottomila del mondo. La replica: "L'alpinismo non è uno sport, non esistono competizioni e vincitori. Ma la montagna cambia, come ogni cosa in natura"

Ambiente - di Redazione Web

26 Settembre 2023 alle 15:49

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Perché il Guinness World Records ha tolto a Reinhold Messner il primato degli 8mila metri

Secondo il Guinness dei primati non sarebbe stato Reinhold Messner a scalare per primo i 14 ottomila metri del mondo. E così la pubblicazione che dall’agosto del 1955 raccoglie tutti i primati del mondo, umani e naturali, originali e sportivi, ha tolto all’alpinista italiano la corona di Re degli ottomila metri. “Sciocchezze”, ha replicato lui che sulle sue imprese, comprese anche quelle sugli ottomila metri, ha pubblicato diverse opere tra cui Annapurna. Cinquant’anni di un Ottomila (per Vivalda, 2000). L’alpinista 79enne ha comunque voluto specificare che “l’alpinismo non è uno sport e per questo non esistono né competizioni né vincitori”.

Secondo il cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski, Messner e Hans Kammerlander nel 1985 avrebbero mancato la vetta dell’Annapurna. E ora sul sito Guinnes World Records viene indicato lo statunitense Edmund Viesturs come la prima persona ad aver scalato tutti i 14 ottomila metri tra il 1989 e il 2005. Nell’attribuzione si fa esplicito riferimento alle contestazioni del giornalista tedesco. Annapurna è un massiccio montuoso himalayano situato nel Nepal centrale. Jurgalski ha basato la sua contestazione da un confronto fotografico: secondo il giornalista Messner e Kammerlander non erano in piedi sulla cima nella scalata del 1985 e tornarono indietro alcuni metri prima del traguardo perché pensavano di aver già raggiunto la vetta.

Per ottenere il Guinness il punto più alto di una montagna deve essere raggiunto a piedi e in modo verificabile. “La montagna cambia, come ogni cosa in natura – ha commentato Messner all’Ansa – Soprattutto sull’Annapurna basta che crolli la cornice di neve e la vetta si abbassa di cinque metri. La cresta che porta alla vetta è lunga 3 chilometri, Jurgalski ha semplicemente confuso la cima est con quella principale. Qui evidentemente qualcuno vuole farsi notare senza avere la minima competenza. L’alpinismo è cambiato negli anni. Prima tutto girava intorno alla conquista, ovvero le prime scalate delle vette inviolate, poi invece si è iniziato a puntare sulla difficoltà dell’impresa, come abbiamo fatto io e Hans scalando l’Annapurna da una parete interminabile e difficilissima durante una tempesta, che di per sé era già un’impresa”.

Messner, classe 1944, già all’età di cinque anni aveva scalato con il padre la prima cima di 3000 metri. Dopo un breve periodo da insegnante alla scuola media, si è dedicato completamente all’alpinismo. È stato commentatore televisivo, europarlamentare, ha creato una Fondazione che sostiene le popolazioni di montagna in tutto il mondo, ha scritto opere e realizzato film. Ha ottenuto numerosi premi e onorificenze, tra cui uno dei più prestigiosi riconoscimenti conferiti dalla Casa Reale britannica, la Patron’s Medal della “Royal Geographic Society” per il suo contributo all’alpinismo e alle regioni di montagna.

Duro il commento, sempre all’Ansa, anche di Hans Kammerlander. “Così si distrugge l’alpinismo. Non mi interessa il numero di ottomila scalati, ne ho abbastanza, ma tutto il dibattito è ridicolo. Ovviamente non esiste la certezza assoluta, erano altri tempi, senza gps. A quelle quote basta una tempesta di neve e la luce del sole offuscata. Siamo tuttora convinti di essere stati sulla vetta, ma chi sa se dietro al masso c’erano altri 5-6 metri da salire. Questo non toglierebbe comunque nulla alla nostra impresa”.

26 Settembre 2023

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