Mosca pronta a nuova offensiva
Guerra Ucraina, l’ultimatum di Putin a Shoigu: fermare la controffensiva ucraina entro ottobre
Esteri - di Redazione
Da Vladimir Putin è arrivato una sorta di ultimatum: fermare entro l’inizio di ottobre la controffensiva militare delle forze ucraine. È questo il messaggio che lo Zar del Cremlino ha fatto recapitare al suo ministro della Difesa Sergei Shoigu, come riferisce sul suo sito l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), che cita una fonte anonima di Mosca.
“Una fonte del Cremlino ha affermato che Putin avrebbe dato al ministro della Difesa russo Sergey Shoigu una scadenza di un mese, fino all’inizio di ottobre 2023, per migliorare la situazione in prima linea, fermare la controffensiva ucraina e far sì che le forze russe riprendano l’iniziativa per lanciare un’operazione offensiva contro una città più grande“, si legge nel rapporto del centro studi statunitense.
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Due le conseguenze di questo ordine, se tutto ciò fosse vero: da una parte, spiega il think tank americano, il comando militare russo potrebbe ordinare “contrattacchi incessanti” nella speranza di arrestare la controffensiva ucraina, dall’altra una operazione che andrebbe avanti “anche a un costo elevato per le capacità militari russe”.
Inoltre, secondo l’Isw, Putin potrebbe aver ordinato ai comandanti russi di “mantenere tutte le posizioni difensive iniziali della Russia per creare l’illusione che le controffensive ucraine non abbiano ottenuto alcun effetto tattico o operativo nonostante il sostanziale sostegno occidentale“. Questa tattica informativa, commenta tuttavia l’istituto statunitense, “potrà avere successo nel lungo periodo solo se le forze russe riusciranno effettivamente a impedire alle forze ucraine di sfondare e liberare ampie aree” del Paese.
Russian forces continue to expend significant combat power on counterattacking to hold their current positions and appear to be resisting the operationally sound course of action of falling back to prepared defensive positions further south. 🧵(1/9) https://t.co/cFu9mr7Vne https://t.co/cwcGAhs2bg pic.twitter.com/RorFAZU9ln
— ISW (@TheStudyofWar) September 25, 2023
Le armi polacche a Kiev
Intanto da Varsavia arrivano buone notizie per Volodymyr Zelensky. La Polonia riprenderà l’invio di armi a Kiev quando si sarà dotata di un nuovo equipaggiamento bellico. A chiarirlo è stato il presidente polacco Andrzej Duda in un’intervista al polacco Super Express in cui cerca di alleggerire le tensioni con la leadership ucraina, aumentata dopo che il governo polacco si è rifiutato di revocare l’embargo sulle importazioni di grano e altri cereali ucraini siglato la scorsa primavera e che, come stabilito dalla Commissione europea, sarebbe dovuto scadere venerdì 15 settembre.
“Non spendiamo miliardi per dare via tutto subito”, ha dichiarato Duda, “ma questo non significa che non forniremo affatto armi all’Ucraina. Una volta che il vecchio equipaggiamento sarà stato sostituito con il nuovo, non vedo problemi a mandarlo agli ucraini”.
“Non dimentichiamo che Zelensky è sottoposto ad un’enorme pressione. Sta inviando gente al fronte, spesso a morire. Dobbiamo tenere sotto controllo le emozioni, perché ricordiamoci chi trarrà principalmente profitto nel caso in cui le strade di Polonia e Ucraina si dividessero. Le conseguenze potrebbero essere tragiche”, ha quindi aggiunto il presidente polacco.