Il braccio di ferro

Chi è Ron DeSantis, il governatore ‘boia’ della Florida che vuole battere Trump alle primarie

Il governatore della Florida vorrebbe essere il candidato repubblicano alle presidenziali del prossimo anno. Imita The Donald, dice che farà uccidere molti criminali. Ma i sondaggi non lo premiano

Esteri - di Valerio Fioravanti

24 Settembre 2023 alle 10:48

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Chi è Ron DeSantis, il governatore ‘boia’ della Florida che vuole battere Trump alle primarie

Ron DeSantis è poco “studiato” in Italia, ma vorrebbe essere il candidato conservatore alle elezioni presidenziali statunitensi del prossimo anno. In pratica vorrebbe battere Trump alle primarie, e se ci riuscisse, considerato che Biden è veramente debole, sarebbe probabilmente il prossimo presidente Usa. Ma DeSantis non riuscirà a battere The Donald. Forse perché lo imita troppo, e come capita in casi del genere, gli elettori di solito votano per l’originale, non per il succedaneo.

Tra l’altro lo imita in una cosa che non ha funzionato nemmeno con Trump: far uccidere molti criminali. Trump durante la scorsa campagna elettorale fece giustiziare 13 detenuti “federali” dopo che le esecuzioni in quel settore erano rimaste ferme per 17 anni. Ma venne battuto da Biden, che invece in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe abolito la pena di morte. Chi segue le notizie di Nessuno tocchi Caino sa bene che Biden non solo non ha abolito la pena di morte federale, ma ha autorizzato che ne venissero emesse di nuove (condanne di primo grado, non esecuzioni), ma rimane il fatto che almeno formalmente non è uno di quei politici che illudono gli elettori di avere una ricetta facile, basata su quella che Sciascia chiamava “la terribilità”, per risolvere il crimine.

DeSantis negli ultimi mesi ha fatto compiere 5 esecuzioni, la sesta è prevista per il 3 ottobre, dopo che nel suo Stato, la Florida, per 4 anni non ne erano state compiute. Inoltre a maggio ha ordinato alla sua fortissima maggioranza parlamentare di approvare una legge per ridurre le garanzie concesse a chi è sotto processo per omicidio. Oggi in Florida basta una maggioranza di 8 voti su 12 per una condanna. Solo l’Oklahoma consente condanne non unanimi, ma servono almeno 10 voti. In tutti gli altri Stati serve l’unanimità. Si badi bene, quello dell’unanimità non è un cavillo.

Come si vede ogni tanto nei film, i componenti di una giuria popolare vengono estratti a sorte in sovrannumero, e durante le udienze preliminari difensori e pubblici ministeri, ponendo alcune domande, hanno il diritto di “scartare” alcuni candidati, fi no a quando non ne rimangono solo 12, che a quel punto costituiscono la giuria vera e propria. Sembra una procedura molto democratica, ma nel corso dei decenni si è creata una prassi non scritta (ma approvata più volte dalla Corte Suprema) per cui un candidato che fosse “ideologicamente” contrario alla pena di morte non può far parte della giuria, perché vorrebbe dire che non condivide le leggi del suo Stato.

Quindi alla fine le giurie risultano composte solo da persone favorevoli alla pena di morte. Che all’interno di queste 12 persone tutte favorevoli sia richiesta l’unanimità è una giusta salvaguardia, che però oggi in Florida non esiste più. Per questa legge frettolosa (reazione a un processo in cui l’ennesimo svitato che ha compiuto una sparatoria in pubblico non era stato condannato a morte perché 3 giurati popolari lo avevano considerato più matto che cattivo), DeSantis, che è cattolico, è stato fortemente criticato da vari importanti leader religiosi trasversali. Da molti decenni però le critiche “religiose” non hanno reale influenza sui risultati elettorali, e DeSantis prosegue per la sua strada.

24 Settembre 2023

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