L'allarme in Italia

Cos’è la formica di fuoco arrivata anche in Italia: i pericoli per la puntura velenosa e i primi nidi in Sicilia

Scienza - di Redazione

12 Settembre 2023 alle 12:54 - Ultimo agg. 12 Settembre 2023 alle 13:00

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L’allarme è scattato quando in un’area di poco meno di 5 ettari in provincia di Siracusa, in Sicilia, sono stati trovati 88 diversi nidi di Solenopsis invicta, la “formica di fuoco”. Allarme ben giustificato: si tratta infatti di una delle specie più invasive al mondo ed è la prima volta che viene individuata in Europa.

Originaria del Sud America, la formica di fuoco è quindi una specie alloctona o aliena: è l’azione diretta o indiretta delle persone che l’ha spostata dal suo “habitat” naturale. Ad oggi i “movimenti” della Solenopsis invicta erano stati accertati soli in Australia, Cina, Caraibi, Messico e Stati Uniti: l’Italia è il primo paese europeo a dover fare i conti con questa specie che mette seriamente a rischio l’agricoltura e l’ecosistema ambientale nostrano, anche a causa dell’estrema velocità di diffusione della specie dovuta alla creazione delle cosiddette supercolonie, che prevedono la presenza di più formiche regine.

Cosa sono le formiche di fuoco

Di una lunghezza tra i due e i quattro millimetri e dal caratteristico colore bruno rossastro, le formiche di fuoco sono dotate di un pungiglione velenoso che, in caso di puntura, provoca un dolore chiaramente percettibile dall’uomo, simile alla scottatura dovuta ad una piccola fiamma, da cui anche il nome con cui è stata ribattezzata la Solenopsis invicta. Occasionalmente le sue punture possono portare anche allo shock anafilattico.

Le regine di questa specie hanno invece una lunghezza che va dai 6 agli 8 millimetri e sono di colore molto simile a quello delle operaie. L’alimentazione preferenziale della S. invicta è costituita dalle sostanze proteiche che ricava dagli insetti che preda: dieta che può contemplare varie componenti di origine animale (invertebrati e vertebrati) o vegetale, incluse sostanze oleose e zuccherine, sebbene non consumi spesso nettare extrafloreale e non eserciti raramente attività di raccolta.

L’allarme degli scienziati

L’allarme sulla presenza delle formiche di fuoco in Italia è stato lanciato da uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology e guidato dall’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica, e al quale hanno collaborato anche l’Università di Parma e l’Università di Catania.

Secondo lo studio gli abitanti della zona della provincia di Siracusa dove sono stati trovati i nidi segnalano punture di questo tipo già del 2019, cosa che fa pensare che l’ampiezza delle colonie potrebbe essere anche superiore a quella stimata.

I ricercatori si sono dunque recati sul posto dopo aver osservato inizialmente le foto scattate in Sicilia: così hanno potuto rinvenire di persona gli 88 nidi di Solenopsis invicta, ognuno abitato da molte migliaia di formiche operaie.

I ricercatori, spiega l’Ansa, non sono riusciti a determinare come esattamente le formiche di fuoco siano arrivate in Italia, ma dopo averne analizzato il Dna hanno concluso che questa particolare popolazione proviene probabilmente dagli Stati Uniti o dalla Cina.

Uno degli autori dello studio, Mattia Menchetti dell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica (IBE), ha spiegato all’Ansa che i “principali tipi di danni per l’uomo riguardano le apparecchiature elettriche e di comunicazione, e l’agricoltura”. Le formiche di fuoco possono infatti infestare apparecchiature elettriche presenti anche in automobili e computer, possono danneggiare i raccolti ma soprattutto hanno un impatto sulle specie autoctone degli ecosistemi in cui si diffondono: “È un predatore generalista, e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati”.

Secondo Menchetti “i cittadini potrebbero svolgere un ruolo chiave nell’individuazione di S. invicta, considerando che si trova frequentemente nelle aree urbane e limitrofe”, anche perchè “è possibile individuare questa formica a causa delle sue punture dolorose e dei caratteristici cumuli dei loro formicai, anche se è necessaria la conferma di un esperto”.

Inoltre utilizzando modelli di distribuzione, i ricercatori hanno osservato che questa specie aliena potrebbe potenzialmente stabilirsi in circa il 7% del continente. Molte città europee (il 50%), come Roma, Barcellona, Londra e Parigi, infatti, presenterebbero condizioni ambientali adatte al suo insediamento.

di: Redazione - 12 Settembre 2023

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