Il golpe in Cile

Allende e Dubcek: così russi e americani stroncarono l’idea del socialismo

Il tentativo di Allende durò quasi tre anni. Gli Americani decisero di stroncarlo nel ‘73. L’operazione-golpe fu guidata da Henry Kissinger, che oggi, compiuti i 100 anni, è presentato al mondo come illuminato e saggio liberale

Editoriali - di Piero Sansonetti

10 Settembre 2023 alle 10:30

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Allende e Dubcek: così russi e americani stroncarono l’idea del socialismo

Il colpo di Stato in Cile – l’11 settembre di 50 anni fa – segnò la fine di un sogno. Dico meglio: di un progetto. Sul finire degli anni ‘60 iniziava a delinearsi nel mondo, con una certa nettezza, l’idea che il capitalismo e il comunismo, da soli, non fossero in grado di dare sviluppo alla nostra civiltà. Per ragioni diverse. L’esaltazione del profitto e della concorrenza – che era il cuore del capitalismo – portava come effetto collaterale un aumento insopportabile delle diseguaglianze. Viceversa l’esaltazione della uguaglianza, persino nelle sue forme meno corrotte, portava comunque ad un annullamento della libertà. Si delineava la competizione tra due modelli malati.

E proprio in questi frangenti, in due paesi molto lontani tra loro, la Cecoslovacchia e il Cile, nacquero due esperimenti simili e convergenti. La Cecoslovacchia, paese europeo governato da un regime comunista, avviò sotto la guida di uno straordinario intellettuale come Alexander Dubcek (che aveva conquistato la guida del partito) un processo di rapido e forte aumento delle libertà. Politiche e sociali. Il Cile, viceversa – paese capitalista sudamericano – iniziò un percorso di nazionalizzazioni e di ampliamento del welfare, difendendo ed esaltando la libertà. Il Cile era guidato anche lui da un vecchio intellettuale, Salvador Allende, che aveva vinto di misura le elezioni – sconfiggendo sia il centro democristiano sia la destra reazionaria – alla guida di una coalizione che comprendeva socialisti, comunisti e estrema sinistra.

Dubcek era salito al potere nel gennaio del 1968. Allende nell’autunno del 1970. L’esperimento di Dubcek fu stroncato dai carrarmati sovietici dopo pochi mesi: il 20 agosto le truppe del patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia imposero le dimissioni di Dubcek e del Presidente Svoboda (che aveva appoggiato la liberalizzazione) e insediarono un nuovo gruppo dirigente, guidato da Novotni, fedele a Mosca e al socialismo dittatoriale. I russi chiamarono questa invasione “fraterno intervento”. In effetti, per fortuna, sparsero poco sangue.

Il tentativo di Allende durò invece quasi tre anni. Gli Americani decisero di stroncarlo nel ‘73. L’operazione-golpe fu guidata da Henry Kissinger, che oggi, compiuti i 100 anni, è presentato al mondo come illuminato e saggio liberale. In realtà, dopo Mao Tse Tung, credo che Kissinger sia l’uomo responsabile del numero maggiore di vittime innocenti di tutto il dopoguerra. Una vera canaglia. Nell’occasione dei due golpe anti-socialisti gli americani, che tenevano la mano e guardavano le spalle a Pinochet, si mostrarono molto più feroci dei russi. Dubcek fu dapprima tenuto nel partito,privo di poteri, poi espulso e mandato a lavorare. Sopravvisse, e dopo l’89 tornò ad essere un personaggio di primo piano. Venne anche a Roma e accettò un invito a cena dell’Unità, che allora era diretta da Renzo Foa. Partecipai anch’io a quella cena e ne ho un grande ricordo. Poi morì nel ‘92 in un incidente stradale.

Cinquant’anni dopo l’orrore di Santiago, e 55 anni dopo Praga, è possibile riprendere quel progetto? Lo chiamo così, perché non credo che sia un sogno. A me sembra più che mai indispensabile. Molto realistico. Forse è l’unica via d’uscita dalla crisi del mondo e della democrazia. Il capitalismo, così com’è, e senza più competitori, non regge. Rischia di portare il pianeta al tracollo, come hanno denunciato persino 300 milionari che hanno firmato nei giorni scorsi un appello alla giustizia sociale. Il socialismo stalinista è morto e sepolto. Per fortuna. Le vecchie socialdemocrazie si sono arenate dopo la sconfitta del comunismo.

Possibile che la sinistra non sia in grado di ricostruire l’idea di un socialismo vasto, radicale, liberale, che imponga l’equità sociale senza sopprimere la libertà? Per favore, amici e compagni: torniamo a Dubcek, torniamo ad Allende. Magari, se preferite, torniamo anche a Piero Gobetti, che era italiano, e fu ucciso a bastonate dai fascisti.

10 Settembre 2023

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