Francia 2023

Rugby, sogno mondiale per l’Italia. Alessandro Fusco: “Stiamo bene e siamo concentrati. Vogliamo passare il turno, noi ci crediamo”

Gli inizi a Napoli, le accademie e l'exploit a Parma tra le file delle Zebre. L'esperienza con la franchigia nel campionato celtico e la chiamata in nazionale. Dopo l'ultimo e ottimo 6 Nazioni, la competizione più ambita: l'esordio sabato 9 settembre contro la Namibia. Poi l'ultimo match del girone, lo scontro decisivo per la qualificazione contro la squadra di casa. Il mediano di mischia azzurro ci ha raccontato cosa vuol dire vivere un'emozione del genere

Interviste - di Andrea Aversa

5 Settembre 2023 alle 17:20 - Ultimo agg. 5 Settembre 2023 alle 17:45

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Intervista ad Alessandro Fusco per i mondiali di rugby 2023

Ci siamo, venerdì 8 settembre ci sarà il calcio d’inizio più atteso per gli appassionati della palla ovale. Con Francia – Nuova Zelanda (i famosi All Blacks) avrà inizio il mondiale di rugby. La competizione sarà disputata nel paese transalpino. Si tratta del terzo evento sportivo più seguito di sempre, dopo i mondiali di calcio e le olimpiadi. Il trofeo si chiama Web Ellis Cup, dedicato proprio all’omonimo protagonista della leggenda: era il 1823 quando il giovane William – che diventerà un presbitero britannico – durante una partita di calcio, prese la palla con le mani e iniziò a correre fino a depositare la sfera nell’area avversaria. Così ha avuto origine la storia di questo sport. In Inghilterra, nella piccola cittadina di Rugby.

Intervista ad Alessandro Fusco per i mondiali di rugby 2023

L’Italia è nel girone A e dovrà vedersela proprio contro i tutti neri e la Francia. Contro i Blues la sfida decisiva per il passaggio del girone. Almeno sulla carta. Ma quella sarà l’ultima sfida. Prima della squadra di casa e dei danzatori dell’Haka (la famosa danza maori), gli azzurri guidati da Kieran Crowley dovranno affrontare la Namibia e l’Uruguay. Contro la compagine africana l’esordio della nostra nazionale, sabato 9 settembre allo Stade Geoffroy Guichard di Saint-Etienne. L’Italia non ha mai raggiunto i play off, ovvero i quarti di finale. Un tabù da abbattere. Abbiamo parlato con il mediano di mischia Alessandro Fusco di cosa vuol dire vivere un’emozione e un’esperienza del genere.

Da Napoli alla coppa del mondo

Nato a Napoli, 24 anni, Fusco ha mosso i primi passi tra le fila degli Amatori Napoli rugby. Poi l’accademia a Benevento, l’accademia nazionale Ivan Francescato e l’arrivo nel rugby che conta: Fiamme Oro prima, Zebre poi. Attualmente il giovane rugbista milita ancora nella franchigia parmense. La sua carriera con la maglia azzurra è iniziata nell’under 17 ed è culminata con l’esordio nella nazionale maggiore. Era il 2021 e l’Italia giocava contro l’Argentina. Da allora e dopo tanta gavetta, Fusco è riuscito ad arrivare dove vorrebbe giungere qualsiasi ragazzo che pratica sport: a disputare una coppa del mondo rappresentando il proprio paese.

Come ti senti a pochi giorni dall’inizio della competizione?

Sono carico e molto emozionato. Sto vivendo un sogno, quello che vorrebbe vivere qualsiasi giovane che pratica sport ad alto livello. Personalmente era il mio sogno nel cassetto fin da bambino. Rappresenta il traguardo di un percorso cominciato tre anni fa ma anche un nuovo inizio“.

Che atmosfera c’è nel gruppo?

Siamo tutti molto concentrati e mentalizzati. Lo siamo fuori e dentro il campo. Sappiamo cosa fare e come farlo. Vogliamo divertirci e goderci tutti i momenti di questa competizione. Siamo tranquilli, pronti a dare il massimo cercando di vivere ogni attimo come se fosse l’ultimo“.

Come vi state preparando?

Diciamo che in generale quel che fatto è fatto, nel senso che siamo arrivati qui dopo che il lavoro maggiore è stato già svolto. Bisogna solo essere capaci di migliorare partita dopo partita, limitando ed evitando sempre più gli errori e lavorando sui dettagli. Di sicuro la preparazione è basata su tre aspetti principali: fisico, mentale e tecnico-tattico. La cosa da mantenere sempre allerta è l’attitudine mentale alla sfida“.

Soddisfatto degli ultimi test?

Si, molto. Abbiamo ripreso confidenza con il gioco, con l’ovale e con il campo. Abbiamo aumentato la nostra consapevolezza, sia individuale che di gruppo. Siamo consapevoli del nostro livello, dei nostri punti di forza e debolezza. Abbiamo perso contro l’Irlanda e la Scozia ma poi sono arrivate le vittorie contro Romania e Giappone. C’è stata una crescita continua e costante, aspetto che ci ha resi ancora più pronti rispetto a questa coppa del mondo“.

Il vostro coach ha parlato dell’Italia come sorpresa del mondiale. Lo ha detto per mettervi un po’ di ‘pressione’ o nonostante il girone difficile, ci sono fiducia e ottimismo sulla possibilità di qualificarvi?

Assolutamente non sono parole di pressione. Pressione non ce n’è. Anzi. Sappiamo che se saremo perfetti possiamo farcela. Lo abbiamo già dimostrato nelle sfide precedenti. Proprio contro la Francia, in occasione dell’ultimo 6 Nazioni, stavamo per vincere la partita. Noi vogliamo passare il turno e raggiungere questo traguardo storico per l’Italia. Siamo determinati e ci crediamo“.

L’esordio contro la Namibia, poi c’è l’Uruguay, entrambi match sulla carta ‘facili’. Infine la Nuova Zelanda e il possibile scontro decisivo contro la Francia. Che partite vi aspettate?

Dobbiamo lavorare molto. Non esistono partite facili o difficili. Esistono partite di rugby. Certo, saranno sfide diverse tra loro. Ma non dimentichiamo che qualche tempo fa l’Uruguay ci ha messi in difficoltà. Dobbiamo essere bravi a gestire e superare lo stress fisico e mentale. In fondo, ci aspettano molte partite in pochi giorni. Di sicuro ogni match sarà differente. In alcune sfide conterà di più l’aspetto fisico e tattico rispetto a quello tecnico“.

Antoine Dupont e Aaron Smith, due grandi numeri 9 di due generazioni differenti. Cosa vuol dire confrontarsi con campioni del genere?

Ho già avuto la fortuna di incontrare alcuni dei mostri sacri di questo sport. Se penso al mio ruolo mi viene in mente Conor Murray dell’Irlanda. Oggi Antoine è forse il più forte mediano di mischia che c’è al mondo. Aaron lo è stato almeno per un decennio. Ma se in passato potevo provare un pizzico di soggezione nei loro confronti, oggi mi sento più pronto e maturo. Sono più consapevole dei miei mezzi. So che affrontare un numero 9 del genere rappresenta sia una grande emozione che una grande esperienza ma è altrettanto vero che in campo bisogna giocare e basta. Bisogna pensare alla partita e ai compagni. Dopo il fischio finale potrò pensare allo scambio delle maglie e alle foto di rito“.

C’è qualche rituale che segui prima di ogni partita?

Non ho dei veri e propri riti scaramantici. Mi piace ascoltare musica napoletana prima delle partite. Indosso sempre lo stesso costume sotto i pantaloncini e faccio una breve video chiamata agli amici più stretti. Anche solo per un saluto veloce“.

La tua famiglia, i tuoi amici sono sempre al tuo fianco. Come stanno vivendo questo momento per te magico?

Sono molto fortunato. La mia famiglia e i miei amici mi sono sempre stati vicino, nonostante sono spesso lontano da Napoli. Le mie origini e i miei affetti mi accompagnano sempre e mi sostengono. Non smetterò mai di ringraziarli perché se sono arrivato fino a qui è anche grazie al loro supporto“.

Al di là del mondiale, c’è qualche altro obiettivo che ti sei posto? Cosa bolle in pentola per il tuo futuro?

Sono ormai mesi che mi sento immerso in questa ‘bolla’ del mondiale. Quando devi affrontare una competizione del genere non puoi permetterti distrazioni. Pensi solo alle partite da giocare e alle vittore da conquistare. Dopo si vedrà. All’orizzonte vedo solo l’inizio del campionato con le Zebre. Anche con il mio club c’è tanta voglia di riscatto, di fare bene e di ottenere ottimi risultati“.

5 Settembre 2023

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