Il caso virale

Segre, Seymandi e la battaglia legale: la borghesia sabauda tra libido, perbenismo e codici di vita

Segre e Seymandi, il banchiere e la manager, la festa, la sorpresa, la storia che ha sedotto giornali e tv, tra libido, perbenismo e codici di vita

Cronaca - di Fulvio Abbate

15 Agosto 2023 alle 13:00

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Segre, Seymandi e la battaglia legale: la borghesia sabauda tra libido, perbenismo e codici di vita

Chissà se il commercialista torinese Massimo Segre ha mai letto un romanzo di Raymond Radiguet, non “Il diavolo in corpo”, semmai il meno celebre “Il ballo del conte d’Orgel”, dove, fra molto altro, si narra una vendetta, o forse un atto d’amor proprio, assai simile a quella messa in atto da lui accanto a una consolle di dj per rispondere alla probabile infedeltà della sua infine mancata compagna di vita, la signora Cristina Seymandi.

Nel romanzo citato il conte maschio in odore di tradimento piazza le lettere indirizzate da altri cavalieri alla “sua” donna nella toilette, le dispone al posto del rotolo di carta igienica, affinché tutti i graditi signori e signore ospiti presenti al ballo possano prenderne visione. Questo per dire che la storia amorosa del mondo non è affatto nuova alla crudeltà, a certe plateali soluzioni aspramente definitive: dare pace a se stessi davanti a un affronto sentimentale, amoroso, coniugale con un gesto eclatante, pubblicamente tale, e poco importa che il galateo di Monsignor Della Casa possa risentirne. Di certo ciò che l’uomo, il banchiere Segre, commercialista torinese della Crocetta, il più ambito quartiere sotto la Mole, ha rotto il settimo o forse ottavo o nono sigillo dell’ipocrisia “borghese”.

Un gesto compiuto con meditata attenzione ai dettagli, perfino “letterari”, stilando cioè il proprio “cahier de doléances” all’insaputa della promessa sposa Cristina… Si sappia però che il matrimonio era da tempo tribolato, le partecipazioni di nozze preparate già ben tre volte e non meno accartocciate per ragioni che, almeno pubblicamente, risulteranno ignote ai più, compresi ai molti amici invitati. L’evento, divenuto mediatico attraverso un video caricato sui social e dallo stesso Segre, ha determinato un ampio dibattito tra le forze del bene femminista e le forze del semplice disincanto, non necessariamente armato di complicità maschile o addirittura maschilista.

In definitiva, fa sorridere la difesa d’ufficio di lei, Cristina, in nome del femminismo non meno d’ufficio, accompagnata dall’accusa a lui d’essere un passivo-aggressivo, poiché non sembra tener conto dell’intero contesto contrattuale segnato dal valore di scambio sociale. Quanto a ogni possibile ulteriore riflessione moralistica sulla ipotetica incontenibile libido della promessa sposa, in questi casi occorre fare il ritorno alla saggezza assolutoria popolare, al detto: “Ah, se fossi donna camminerei con un materasso sulle spalle“, a meno che non si voglia ignobilmente insinuare che gli ipotetici tradimenti della dama rispondessero a ingorda ulteriore brama di evidenza sociale e professionale, accusa comunque irricevibile in nome delle libertà individuale…

Peccato soltanto che tra gli attori partecipanti a questa storia non appaia mai uno scopino o un idraulico o un garzone o un rider, non meno belli e sessualmente desiderabili di un componente di consiglio di amministrazione, ma le figure evocate giungano tutte dal cerchio smart dell’affluenza sociale, Crocetta e strada Valsalice e non certo Borgo San Paolo con la sua memoria popolare e antifascista che fa riverberare la memoria dei consigli operai del tempo dell’Ordine Nuovo di Gramsci oppure il volto di Dante Di Nanni, eroe partigiano.

Alla fine, nient’altro che blazer propri di un quadro borghese post-sabaudo; vizi privati e pubbliche virtù, ovvero quando la finzione si fa realtà, ed è come se questa storia ci facesse dono di un nuovo cinema-verità, unica differenza che invece d’essere destinato alle sale d’essai si ritrova caricato universalmente su YouTube. Come ha fatto notare qualcuno armato di strumenti giuridici, alla fine non resta che prendere atto della volontà di chi si ritiene ferito dall’altrui infedeltà; se poi davvero la signora Seymandi resterà a lavorare con il mancato promesso sposo come assicura nel testo letto in mondo magnanim dal Segre non può essere affar nostro, ma questo è già un altro film non meno affluente e con “prenotazione e dj obbligatori”.

15 Agosto 2023

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