Il caso Theo Baker
Scandalo all’università di Stanford, il rettore costretto alle dimissioni per le inchieste di uno studente-reporter di 18 anni
Esteri - di Carmine Di Niro

Probabilmente Marc Tessier-Lavigne, ormai ex rettore dell’Università californiana di Stanford e neuroscienziato di fama internazionale, vedrà il suo giovane volto nei suoi incubi per i prossimi anni. Il volto sbarbatello è quello del 18enne Theo Baker, la matricola di Stanford che con una serie di articoli pubblicati sullo Stanford Daily ha di fatto costretto Tessier-Lavigne alle dimissioni da presidente dell’ateneo, che guidava da sette anni.
Il neuroscienziato è stato accusato in una dozzina di articoli di inchiesta di aver redatto come autore o coautore 12 studi scientifici che contengono dati falsi o copiati e con immagini di reperti clinici alterati col photoshopping. Di fronte ad un caso sempre più eclatante e alle attenzioni di media più celebri, l’ormai ex presidente di Stanford ha fatto un passo indietro: Tessier-Lavigne ha infatti ammesso di aver commesso delle “leggerezze”, di non aver controllato alcuni lavori che portano anche la sua firma. Per questo dal 31 agosto, esattamente tra un mese, lascerà la sua carica, anche se ha chiesto all’Università che guida da sette anni di poter restare nell’ateneo per proseguire le sue ricerche sulle malattie neurodegenerative.
EXCLUSIVE: Stanford’s report omitted allegations it was made aware of in writing and lost sources by not promising anonymity. My latest @StanfordDaily https://t.co/29jDRRV5EH
— Theo Baker (@tab_delete) July 19, 2023
A far crollare il “mito” Tessier-Lavigne è stato dunque un ragazzino di 18 anni, cresciuto a pane e inchieste giornalistiche: i genitori sono Peter Baker, capo dei corrispondenti dalla Casa Bianca del New York Times, e Susan Glasser, firma del New Yorker e in passato nella redazione del Washington Post. Il sospetto ovviamente è che dietro il lavoro della matricola ci sia lo “zampino” degli illustri genitori, anche se lo stesso Theo Baker sul punto nega di aver ricevuto aiuti: “Loro non sono i miei direttori”.
Come fa notare Massimo Gaggi sul Corriere della Sera, questi sospetti non sono del tutto infondati: nel primo articolo della serie su Tessier-Lavigne, datata 29 novembre 2022, Baker dimostra che alcuni paper del direttore di Stanford contengono analisi e numeri copiati o errati anche grazie alle analisi di una scienziata collaboratrice del New York Times, il giornale del padre.
Ma al di là degli aiuti, reali o presunti, lo scandalo che ha travolto Stanford ha del clamoroso. L’Università della California in un primo momento ha provato a minimizzare la portata delle accuse, ma dopo l’incessante operazione mediatica messa a punti dallo Stanford Daily l’ateneo è stato costretto ad aprire un’inchiesta interna e confermare a sua volta che dal 1999 ben 5 studi di cui Tessier-Lavigne è autore e sette dei quali è co-autore contengono plagi o errori.
Stanford President Marc Tessier-Lavigne will resign next month over questionable handling of flawed scientific research.
Reporter @tab_delete of the @StanfordDaily first published the allegations back in November and has been covering it since. https://t.co/x2wbLMyl6O pic.twitter.com/lDTKAmVzT5
— PBS NewsHour (@NewsHour) July 20, 2023
Il giovane Baker si gode intanto la sua celebrità: a 18 anni ha conquistato il George Polk Award, ovviamente il più giovane ad aver ricevuto il premio giornalistico, mentre in questi giorni estivi è impegnato a Berlino, a lavoro con la Fondazione Anti Corruzione del dissidente russo Alexei Navalny, incarcerato dal regime di Putin.