Nel carcere di Torino

Muore suicida in carcere, condannati tre agenti: “Potevano impedirlo, ha impiegato 13 minuti per uccidersi e loro non c’erano”

Cronaca - di Redazione

26 Luglio 2023 alle 13:50

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Muore suicida in carcere, condannati tre agenti: “Potevano impedirlo, ha impiegato 13 minuti per uccidersi e loro non c’erano”

Morto suicida nella sua cella del carcere di Torino, il Lorusso e Cutugno, perché gli agenti della polizia penitenziaria che dovevano sorvegliarlo l’hanno lasciato privo di monitoraggioper un tempo considerevole, pari a 56 minuti, dalle 21.37 alle 22.41, o comunque pari almeno a 13 minuti, dalle 22,28 alle 22,41, ossia per oltre un terzo del tempo previsto per ciascun turno al monitor”.

Sono le parole che scrive la giudice Rosanna La Rossa nelle motivazioni della sentenza di condanna dei tre agenti di polizia penitenziaria accusati di omicidio colposo per il suicidio di Roberto Del Gaudio, il 65enne morto il 10 novembre del 2019 impiccandosi al finestrone della cella, mentre si trovava nel reparto di osservazione psichiatrica.

Del Gaudio era un soggetto a rischio e gli agenti “avevano l’obbligo giuridico di vigilarlo attraverso il monitor e con piantonamento a vista”: era detenuto dal 18 agosto, giorno in cui aveva ucciso la moglie.

Per la morte di Del Gaudio ad aprile scorso due degli agenti erano stati condannati a otto mesi di carcere, e il terzo, tutti difesi dall’avvocato Marco Feno, era stato condannato a nove mesi. Agenti che avrebbero detto il falso in merito alla sorveglianza del detenuto: avevano infatti riferito che quella sera il monitor che inquadrava la cella di Del Gaudio si fosse rotto poco dopo le 20, peccato che non fosse vero.

È provato che Del Gaudio – scrive la giudice nelle motivazioni – si è tolto la vita mentre gli odierni imputati stavano prestando servizio di vigilanza e in quel contesto non hanno osservato gli obblighi loro imposti, così venendo meno al dovere di controllo loro affidato. Militano per tale ricostruzione degli accadimenti le numerose contraddizioni rilevate tra le varie deposizioni testimoniali, rese da colleghi degli imputati e dunque da soggetti loro particolarmente vicini, che se non altro hanno tentato di ridimensionare la vicenda e le responsabilità dei loro colleghi“.

Durante la fase di indagine, ricorda il Corriere di Torino, i pm titolari dell’inchiesta (Giulia Marchetti e Francesco Pelosi) avevano ipotizzato che i tre agenti stessero utilizzando il monito di servizio per guardare la partita di Serie A tra Juventus e Milan, match iniziato alle 20:46 e terminato alle 22:34. Come ricostruito in fase processuale, Del Gaudio inizia a comportarsi in maniera anomala alle 21:37, mostrando poi le sue intenzioni suicide alle 22:18, quando si era alzato dal letto con il cappio al collo.

L’eventuale visione della partita di calcio, scrive il tribunale “non è stata dimostrata in dibattimento” ma “anche fosse stata provata sarebbe comunque un elemento neutro”. Dunque per i giudici non è importante cosa stessero facendo i tre agenti, il dato certo è che “non hanno sorvegliato in modo adeguato, come avrebbero dovuto”. “La morte di Del Gaudio si sarebbe potuta evitare, qualora gli imputati avessero adempiuto al loro dovere”, si legge nella sentenza.

di: Redazione - 26 Luglio 2023

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