La polemica

Sangiuliano scarica il suo ‘vice’ Sgarbi dopo gli insulti e le volgarità al Maxxi: “Inammissibili sessismo e turpiloquio”

Politica - di Carmine Di Niro

2 Luglio 2023 alle 15:24 - Ultimo agg. 2 Luglio 2023 alle 15:54

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Sangiuliano scarica il suo ‘vice’ Sgarbi dopo gli insulti e le volgarità al Maxxi: “Inammissibili sessismo e turpiloquio”

Gennaro Sangiuliano scarica senza mezzi termini il suo ‘vice’, il sottosegretario Vittorio Sgarbi. Il ministro della Cultura aspetta poco più di mezza giornata per intervenire sulle polemiche che hanno investito il critico d’arte per le parole volgari e sessiste pronunciate in un recente evento tenuto al Museo Maxxi di Roma, presieduto da quell’Alessandro Giuli scelto dallo stesso Sangiuliano come presidente della Fondazione.

La questione è quella della “show” avvenuto sul palco del Maxxi lo scorso 21 giugno, alla presenza di Sgarbi, Giuli e del cantautore Morgan. Una serata all’insegna del turpiloquio, dell’insulto, tanto da venire tagliata in alcuni passaggi sul canale YouTube del museo.

Tra discorsi sui genitali maschili e femminili, sulle conquiste femminili (anche di Berlusconi), ad insorgere per primi sono stati i dipendenti del Maxxi. Dopo la serata una quarantina di dipendenti del Maxxi, che ha un personale in prevalenza femminile, ha scritto a Giuli per chiedergli di tutelare la dignità del museo, ottenendo un incontro. Allo stesso tempi i dipendenti esprimono solidarietà al presidente “per la strumentalizzazione mediatica e politica di una lettera riservata e personale in cui si esprimeva una riflessione collettiva. Alla lettera è seguita con immediatezza la risposta del presidente, con l’invito a un incontro importante e significativo”.

In una dichiarazione al Tg1, il presidente della Fondazione Guili ha quindi chiesto scusa alle dipendenti del museo: “Non ho alcuna difficoltà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi con i quali fin dall’inizio ho condivido questo disagio e quindi sono scuse che il Maxxi fa a se stesso innanzitutto, e a tutte le persone che si sono sentite offese da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario”.

È in questo contesto che arrivano le parole di Sangiuliano, tirato in ballo dai componenti Pd delle commissioni Cultura di Camera e Senato che gli hanno chiesto di riferire in Aula.

Ho scritto una lettera ad presidente del Maxxi Giuli per avere chiarimenti anche se lo conosco e penso che anche lui sia categoricamente distante da forme di sessismo e volgarità”, spiega Sangiuliano, che po sottolinea come “la libertà di pensiero, tutelata dalla nostra costituzione è sacrosanta ma non deve mai scadere nella volgarità”.

Quindi una citazione per la premier Meloni e la netta presa di distanza dal suo sottosegretario: “Sono da sempre e categoricamente lontano, da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da chi rappresenta le istituzioni. La volgarità mi ripugna. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita. Nella parità di genere penso di essere molto più avanti della sinistra. Mi onoro di far parte di un governo guidato da una grande donna, Giorgia Meloni che ci rende orgogliosi nel mondo di essere italiani”.

Quanto a Sgarbi, Sangiuliano aggiunge: “Lei li vede Benedetto Croce, Giovanni Gentile , Giuseppe Prezzolini, Chateaubriand, Tolkien o Ortega y Gasset abbandonarsi a parole del genere? Essere conservatori significa avere sostanza e stile ma anche un’estetica del comportamento”.

Sgarbi che aveva già replicato sabato, a polemica appena esplosa, sottolineando che la serata “c’è stata 10 giorni fa: io rispondevo semplicemente a delle domande di Morgan. Per Sgarbi “siccome Giuli è di destra, questi signori radical chic ne hanno approfittato per strumentalizzare questa cosa”.

Il critico d’arte rincara la dosa poi al Corriere della Sera e a proposito della possibilità che dalla maggioranza gli si chieda un passo indietro, tira nuove bordate: “Se davvero mi venissero chieste le dimissioni per una cosa del genere, il ministero della Cultura dovrebbe chiudere le porte per sempre. Sarebbe censura, vero fascismo. Le osservazioni di Sangiuliano sono condivisibili, ma se riferite al comportamento in società o in sedi istituzionali: ad esempio, è chiaro che al Quirinale io non mi metto a dire parolacce. Ma il mio era uno spettacolo, era provocazione. C’è stato un profondo equivoco”.

2 Luglio 2023

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