La protesta a Padova
Gpa, no alla trascrizione per bimbo con due papà
Restano trascritti invece gli atti di figli di coppie di donne nati con fecondazione assistita all’estero.
Cronaca - di Angela Stella
Ieri il Tribunale di Milano – sezione VIII civile – ha annullato la trascrizione di un atto di nascita del figlio di due padri avuto all’estero con la maternità surrogata. I giudici hanno accolto il ricorso della Procura del capoluogo lombardo che chiedeva di invalidare l’atto in cui è riportata l’indicazione sia del genitore biologico sia del genitore intenzionale.
“Modificando il proprio precedente orientamento, il collegio giudicante – ha chiarito in un comunicato stampa il Tribunale di Milano – ha ritenuto di aderire e fare propri i principi dettati dalla recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 38162 del 30.12.2022”, che nel caso di bambini nati con la maternità surrogata, vietata in Italia, valuta “non automaticamente trascrivibile” il provvedimento giudiziario straniero. Per questo “il Tribunale ha annullato la trascrizione dell’atto di nascita del genitore intenzionale, perché avvenuta in violazione della normativa vigente che, vietando il ricorso alla maternità surrogata, vieta altresì la trascrizione dell’atto di nascita nella parte in cui riporta quale genitore anche quello d’intenzione”.
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Per il Tribunale di Milano, sempre aderendo ai principi espressi dalla Cassazione, “il diritto del minore al pieno riconoscimento del ruolo svolto dal genitore d’intenzione non solo nel progetto procreativo ma altresì nel successivo progetto volto alla sua crescita, educazione ed istruzione potrà essere riconosciuto con il procedimento dell’adozione in casi particolari che, come oggi riformato, è in grado di garantire al minore pieno riconoscimento dello status di figlio e dei relativi diritti e al genitore d’intenzione pienezza della titolarità e dell’esercizio della responsabilità genitoriale”.
Il Tribunale ha invece rimandato la decisione su tre casi di trascrizione dell’atto di riconoscimento del figlio, già riconosciuto dalla madre gestante, da parte della madre intenzionale in coppie omogenitoriali femminili che avevano fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita all’estero. In pratica per adesso gli atti di nascita dei bambini restano trascritti, in attesa dell’instaurazione di un altro tipo di causa civile. Proprio due giorni fa la Cedu ha emesso una decisione alquanto deludente proprio su questa scia: l’Italia può continuare a vietare la maternità surrogata e rifiutare la trascrizione degli atti di nascita emessi da altri Paesi quando questi contengano l’indicazione di un rapporto filiale tra il minore e il genitore che non è biologicamente tale.
Ma come tutti gli altri Stati membri del Consiglio d’Europa deve riconoscere legalmente il legame tra minore e genitore non biologico, permettendo per esempio l’adozione. Ha così prevalso la linea della Ministra Eugenia Roccella che ora ipotizza una sorta di sanatoria per i bimbi già nati: “dovremo pensare a una soluzione legale per i bambini nati fin qui”. Mentre Mara Carfagna, presidente di Azione, si dice d’accordo su questo con la Roccella, ieri il responsabile giustizia sempre di Azione, Enrico Costa ha twittato: “Voterò contro la Gestazione per altri reato universale: è un obbrobrio giuridico. Non sono certo pro GPA, ma pro stato di diritto. Tanti la pensano come me, ma votano il reato universale per timore di essere additati come pro GPA, accodandosi ai populisti che usano il codice penale come manifesto”.
“Seguirò la linea di Enrico (Costa, ndr)” fa eco Carlo Calenda. “Lo farò a titolo personale perché in Azione ci sono sensibilità diverse e abbiamo lasciato libertà di coscienza. Io sono contrarissimo alla GPA (non alla trascrizione perché i bambini vanno sempre tutelati). Ma anche ai reati usati come slogan”. Intanto ieri a Padova, davanti al Palazzo di Giustizia, si è tenuto un sit in delle mamme Arcobaleno organizzato in segno di protesta contro l’impugnazione dei certificati di nascita dei 33 figli di coppie omogenitoriali, decisa dalla Procura.
“La maestra ci ha insegnato che siamo tutti uguali. La tua maestra non te l’ha insegnato?” è uno degli slogan comparsi sui cartelli depositati sul selciato assieme ad una grande sfilata di trentatré bambolotti – quanti sono i bimbi che vedono la loro registrazione all’anagrafe vacillare perché figli di coppie omogenitoriali – e riproduzioni in pelouche di neonati. Al sit-in non era presente alcun bambino. “È un atto politico, la Procura dovrebbe essere neutra. E invece su pressione del Ministero dell’Interno ha mandato i ricorsi”, ha spiegato Irina Shaparava, referente delle Famiglie Arcobaleno.