La riforma giustizia
I “baluardi della democrazia” strillano contro la riforma della giustizia
I “baluardi della democrazia” strillano contro la riforma della giustizia. Temono che possa proclamare la presunzione di innocenza e vietare i linciaggi
Editoriali - di Davide Faraone
Allora, prevedere che nei brogliacci delle intercettazioni, quelli che poi finiscono sui giornali, non debbano starci i nomi dei non indagati è considerato dai giornali “baluardo della democrazia” e dagli esponenti politici, a cui ormai consegnano la linea, una legge bavaglio.
Sempre dalle stesse redazioni e dai loro “sacerdoti”, la limitazione della carcerazione preventiva, quella che consente di mettere in carcere qualcuno senza ancora aver subìto né un processo e meno che mai una condanna, e affidare la valutazione a tre giudici e non più ad uno soltanto, è definita una nuova legge “salva corrotti”.
E infine, i custodi della democrazia, definiscono l’abolizione dell’abuso d’ufficio – un reato assurdo, che condanna alla gogna mediatica senza nemmeno un rinvio a giudizio in 99 casi su 100, che permette alla magistratura di incunearsi e condizionare la legittima responsabilità politica e amministrativa – una legge che abolisce i controlli, contro l’Europa. Presto leggeremo che la proposta Nordio sulla giustizia è “orbaniana”, che la democrazia è in pericolo, che in Italia è in atto una deriva autoritaria. Oggi Travaglio, preso dal sacro furore e con un ammirabile spirito gandhiano, scrive che praticherà la disobbedienza civile e continuerà a pubblicare ciò che sottobanco qualche magistrato continuerà a passargli.
In Parlamento gli esponenti di Pd e M5S faranno a gara a chi si opporrà di più e già dichiarano: “Occuperemo l’aula”. De più! “Abbandoneremo l’aula quando Nordio prenderà la parola.” De più! “Ci incateneremo”. De più! Il grande fratello dalle redazioni li controlla, pronto a censurarli se dovessero abbandonare la lotta o ridimensionarla a sterile ed inutile presentazione degli emendamenti per provare a migliorare il provvedimento. Roba per femminucce. Ma in quale Paese del mondo avete mai sentito la sinistra definire autoritaria una riforma che limita la carcerazione preventiva? Normalmente i Paesi autoritari sono contraddistinti dall’uso allegro delle manette.
In quale Paese del mondo la sinistra considera i sindaci, tra l’altro in grossissima parte esponenti appartenenti alla stessa famiglia politica, a cominciare dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, furbetti che vogliono poter compiere reati pretendendo impunità? In quale Paese del mondo la sinistra considera uno come Travaglio la cartina al tornasole, per valutare la libertà d’informazione, uno che ha sempre scambiato la libertà di informare, con la libertà di diffamare?
Vedrete, quando quelli della destra, quelli veramente “orbaniani”, quelli che amano espressioni come “carcere e buttare le chiavi”, avranno compreso fino in fondo la proposta Nordio, troveranno un terreno comune con la pseudo sinistra e proveranno a bloccare la riforma della giustizia. Fateci caso, guardate la prima pagina del Fatto e il richiamo agli “ex An”: state virando sull’impunità, vi state “berlusconizzando”.
Vedrete, proveranno a fermare o annacquare una riforma che prova a far prevalere la presunzione d’innocenza sulla presunzione di colpevolezza. Una riforma garantista che restituisce dignità al nostro sistema giudiziario. Repubblica ha definito noi riformisti
“il pendolo”, che nella sua oscillazione, sulla giustizia, pende per la Meloni. Tutto ruota, oscilla attorno a noi, la sinistra si scambia con la destra, la destra con la sinistra, un mondo al contrario, in cui colui che oscilla subisce l’effetto ottico e pensa che ad oscillare siano gli altri fermi stabilmente al loro posto.
* Deputato di Italia Viva