L'artista

Maurizio Cattelan: “Chissà se sarà ricordato come l’imbecille della banana, i milanesi vanno rinfrescati”

"Rimani impresso più per le gag che per le cose serie che hai tentato di fare o dire. È un grande dilemma, perché sei sempre tentato di compiacere più persone possibili, ma al tempo stesso senza svalutare il contenuto di quello che dici"

Cultura - di Redazione Web

16 Giugno 2023 alle 17:21

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Maurizio Cattelan: “Chissà se sarà ricordato come l’imbecille della banana, i milanesi vanno rinfrescati”

Maurizio Cattelan e la sua banana. Quella di Comedian certo, l’opera d’arte sempre a rischio, sempre minacciata da qualcuno che la stacchi e la mangi – com’è successo d’altronde il mese scorso a Seul, per esempio. L’artista italiano di più estesa fama internazionale non lo esclude, che resterà noto, sarà ricordato più per la banana che per altri lavori più profondi e impegnativi. “È un rischio che si corre sempre quando passi da un registro all’altro: rimani impresso più per le gag che per le cose serie che hai tentato di fare o dire. È un grande dilemma, perché sei sempre tentato di compiacere più persone possibili, ma al tempo stesso senza svalutare il contenuto di quello che dici”.

Cattelan si descrive come un timido. Classe 1960, è nato a Padova. Prima di darsi all’arte aveva lavorato come infermiere in ospedale. I suoi primi lavori erano tra design e arte. Ha debuttato come artista con le sue opere alla galleria Neon e alla GAM di Bologna nel 1990. Il Guggenheim di New York gli ha dedicato una personale nel 2011. Ha scatenato – per l’ennesima volta – una piccola polemica a Cremona, dove nel Battistero, in occasione dell’Art Week, ha appeso un coccodrillo al Battistero dell’1167.

“Ci sono moltissimi animali nei luoghi sacri, sono sempre stati dei simboli, specialmente i rettili – ha raccontato l’artista alla rivista Sette de Il Corriere della Sera – nella cultura cristiana e cattolica serpenti, draghi e coccodrilli sono considerati personificazioni terrene del diavolo. Conoscevo il coccodrillo di Curtatone, lo visitai vent’anni fa, ma non sapevo ce ne fossero altri. Chissà come sono arrivati in Italia, se in seguito alle crociate o come specie alloctone, come i pappagallini verdi che infestano gli alberi di Milano in certi momenti dell’anno!”. L’ha chiamato EGO, come quello molto sviluppato di artisti, sportivi, musicisti e giornalisti.

Non è la prima volta che appende una sua opera. “Essere appeso ti rende innocuo, priva il corpo della capacità di muoversi e di reagire. Un corpo sospeso, a cui viene tolta la terra sotto i piedi, è un corpo impotente, privato della propria capacità di influire sul proprio destino. È un gesto molto violento, e rivolgerlo contro il mio stesso lavoro è stato anche terapeutico”. Per il settimanale del quotidiano Cattelan si è fatto ritrarre in un servizio fotografico all’interno della Scala, ha rivelato il suo amore per l’Opera pur senza escludere la musica dei rave. “I milanesi vanno ogni tanto rinfrescati aprendo le finestre, come nelle case. Ci sono tantissimi giovani che vanno a vedere la lirica, l’opera e la danza. Il merito è di produzioni molto fresche, capaci di trasmettere contenuti antichi riaggiornandoli e renderli così approcciabili”.

C’è spazio anche per una riflessione sul rapporto tra il mondo dell’arte e la Chiesa – “L’arte e gli artisti hanno bisogno di mecenati, un tempo era la Chiesa, oggi è la moda, o i grandi collezionisti… Se la Chiesa tornasse a interessarsi a un ruolo da committente sono sicuro che ci sarebbe il modo per creare un dialogo proficuo. In fondo la chiesa è uno dei più grandi serbatoi di simbolismo del nostro panorama culturale, detiene spazi incredibili in cui gli artisti sarebbero felicissimi di lavorare” – e per un’altra sui femminicidi, a partire dalla sua opera Untitled del 2007. “Il problema è che siamo ancora immersi in una società dominata dagli uomini, dove, a partire dai titoli dei giornali, le vittime vengono raccontate come se avessero una colpa e gli assassini come persone malate prese da un raptus. Solo cambiando questa narrazione possiamo sperare di iniziare ad invertire la rotta”.

16 Giugno 2023

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