Il nuovo scossone
Trump verso l’incriminazione, altri guai per il tycoon: l’indagine penale per le carte classificate nella sua residenza
Esteri - di Carmine Di Niro
Donald Trump rischia nuovi guai con la giustizia statunitense mentre è impegnato nella sfida per le Primarie del Partito Repubblicano, un atteso scontro con il suo ex ‘delfino’ Ron DeSantis, attuale governatore del Texas prima lanciato politicamente e poi “rinnegato”.
Fonti informate del caso hanno rivelato a Politico che al tycoon ed ex presidente degli Stati Uniti è sato notificato dai pubblici ministeri l’avviso che è oggetto di un’indagine penale. Trump è in procinto di essere incriminato dal procuratore speciale Jack Smith, che sta indagando sulle carte classificate portate dal tycoon nella sua residenza a Mar-a-Lago.
Che qualcuno si stesse muovendo in tal senso era evidente ormai da giorni: nelle ultime settimane Smith aveva portato davanti al gran giurì diversi persone nella cerchia ristretta dell’ex presidente, compreso uno dei suoi avvocati, Evan Corcoran, e l’ex capo dello staff Mark Meadows. Un ex portavoce di Trump, Taylor Budowich, ha ammesso oggi di essere stato interrogato in Florida.
Trump notified that he is the target of an ongoing criminal investigation https://t.co/Jq7HxVKGkk
— POLITICO (@politico) June 7, 2023
Nel mirino è finito anche il controverso imprenditore Steve Bannon, ex braccio destro di Trump alla Casa Bianca e con rapporti solidi anche in Italia con la premier Giorgia Meloni e col suo alleato al governo Matteo Salvini. Bannon è stato chiamato per testimoniare dal grand giurì a Washington nell’ambito dell’indagine di Smith sulla rivolta del 6 gennaio a Capitol Hill e gli sforzi dell’ex presidente per ribaltare il risultato delle elezioni del 2020. Ma c’è da sottolineare che il grand giurì che indaga su questo caso non è lo stesso di Miami che ha già interrogato Bannon sulle carte top secret finite a Mar-a-Lago.
La lettera inviata oggi a Trump è il segnale che per l’incriminazione formale potrebbe ormai essere questioni di giorni, se non di ore. In base al regolamento del dipartimento di Giustizia, infatti, i procuratori possono inviare una “lettera mirata” a coloro che potrebbero essere accusati in relazione a un’indagine del gran giurì, dando loro l’opportunità di testimoniare prima che arrivi un atto d’accusa.