Il caso a Milano

Trans pestata dagli agenti, puzza di razzismo nelle cronache sulle manganellate

Cronaca - di Iuri Maria Prado

31 Maggio 2023 alle 16:30

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Trans pestata dagli agenti, puzza di razzismo nelle cronache sulle manganellate

Il circuito politico-giornalistico Manganello&Rosario che l’altro giorno, davanti alle immagini della transessuale pestata da un gruppo di poliziotti, decideva di accanirsi non sugli autori della violenza ma sulla poveretta che la subiva deve ora fare i conti con una risultanza doppiamente imbarazzante: e cioè che quella persona, come peraltro immediatamente aveva dichiarato, non si sarebbe resa responsabile degli atti osceni e delle molestie nei confronti di alcuni bambini, cioè dei comportamenti che ne avrebbero determinato l’arresto.

Dice: vabbè, ma che stai a cavillare, quella disturbava e i poliziotti sono intervenuti. Eh, no. Perché le previe e presunte molestie ai bambini erano adoperate dal manganellismo politico-giornalistico per giustificare il successivo e certissimo pestaggio: una cosa già di per sé inammissibile, visto che legittimava una spedizione punitiva ai danni di una persona ormai inerme, a terra, dunque in una situazione che non richiedeva l’uso di quella violenza nemmeno se chi la subiva avesse davvero, prima, tenuto quei comportamenti molesti. Ma poi – ed ecco il secondo fatto che interpellerebbe la coscienza di certuni, se ce l’avessero – poi vien fuori che neppure è certo, anzi è improbabile, se non escluso, che quella persona avesse importunato dei bambini davanti a una scuola.

La verità spiacevole è che anche questo caso sente di razzismo lontano un miglio. La verità è che questa era un’immigrata, una “frocia”, “mezza negra” e oltretutto “pervertita”, una somma di caratteristiche più che sufficienti neppure soltanto a scriminare le manganellate, ma persino a renderle propizie senza tante storie. Le cronache che si son date a ricostruire la vicenda anteriore al pestaggio – naturalmente confezionate sulla scorta di quel che risultava (falsamente) a carico della vittima – si sono arricchite di reportage a petto in fuori sulla probità delle forze dell’ordine e sull’impegno che esse dedicano alla protezione della società, non senza il demagogico richiamo al maltrattamento economico di cui sono destinatari gli addetti all’ordine pubblico che mettono a rischio la propria incolumità per uno stipendio da fame.

Come dire: sono sottopagati e gli fai pure le pulci se ogni tanto massacrano un balordo? E poi è solo un caso, lo sanno tutti che generalmente le forze dell’ordine sono responsabili e professionali. Verissimo: ma non dovrebbe essere un motivo in più per denunciare un’evidente contravvenzione alla regola di quel generale buon comportamento? No, evidentemente: è un motivo per indugiare sulle ipotetiche intemperanze del bastonato e per fare spallucce davanti alle documentate prestazioni dei bastonatori.

E il razzismo c’entra, eccome se c’entra. Perché non avremmo assistito a nulla di simile se il presunto molestatore fosse stato un signore dabbene in impermeabile o in tonaca. E voglio sperare che nessuno obietti che questi altri, diversamente rispetto a quella transessuale, non dicono parolacce e non scappano dalla polizia. No, non lo fanno: magari perché non temono di essere massacrati di botte.

31 Maggio 2023

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