La Relazione annuale
Bankitalia richiama Meloni, l’ultima relazione di Visco: “Servono salario minimo e più immigrati, sul Pnrr non c’è tempo da perdere”
Economia - di Carmine Di Niro
In scadenza di mandato a novembre dopo 12 anni da numero uno di Bankitalia, Vincenzo Visco nelle ormai ultime considerazioni finali per la presentazione della Relazione annuale sul 2022 dell’istituto manda segnali chiarissimi all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.
Richiami evidenti su temi spinosi per la premier e la sua maggioranza: dal Piano nazionale di ripresa e resilienza al salario minimo, per passare poi all’annosa questione della ratifica del Mes.
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Tracciando il bilancio dell’ultimo anno da governatore della Banca d’Italia, Visco ha infatti preferito concentrarsi soprattutto sulle sfide future che attendono il nostro Paese, dedicando ampio spazio ai giovani. “Andranno ascoltati, aiutati dalle altre generazioni a formarsi, senza vincoli, per tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno elaborare per un mondo futuro, non più povero, ma più sicuro e più giusto”, dice Visco alla platea, che vede presente anche l’ex presidente della Bce e ex premier Mario Draghi.
Il discorso sui giovani è legato in particolar modo alla questione salariale. A differenza di Giorgia Meloni, che ha più volte sottolineato di non essere a favore del salario minimo come risposta all’emergenza ormai strutturale delle paghe da fame italiane, Visco apre decisamente alla proposta.
“Il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20 per cento. Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate; come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”, è la ‘risposta’ del governatore di Bankitalia.
Visco ha segnalato inoltre una crescita al 30% della quota di lavoratori che percepiscono retribuzioni annue minime, sotto il 60% della media di 11.600 euro l’anno.
Altro tema in cui si sono notate evidenti divergenze con la maggioranza Meloni è il Mes, che il governo non vuole ratificare: “Non appena sarà pienamente operativa la sua riforma, il Mes potrà svolgere un ruolo importante fornendo una rete di sicurezza finanziaria al fondo di risoluzione unico”, spiega Visco nel suo intervento.
Quindi il Pnrr, altro dossier che vede il governo in grave difficoltà a rispettare gli obblighi con la Commissione europea. Per Visco “dei miglioramenti sono possibili, ma non c’è tempo da perdere”, anche perché il Pnrr “rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese. È cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto”.
Infine la decisa apertura all’immigrazione, anche come risposta alla crisi demografica. Il governatore di Bankitalia ricorda come “entro il 2040 la popolazione residente si dovrebbe ridurre di due milioni e mezzo di persone; quella tra i 15 e i 64 anni di oltre sei” e per questo “oltre che un allungamento dell’età lavorativa, un aumento del saldo migratorio”.