Il progetto Calderoli
La secessione “graduale” dei ricchi, la parola magica di Zaia: i veneti se ne andranno piano piano…
Editoriali - di Francesco Lo Dico
Con la stessa amorevole sfacciataggine di un bambino colto con le dita nella marmellata (chiamiamola così, per non rovinare la favola bella del Dio Eridano in auge nei focolari leghisti) il governatore del Veneto Luca Zaia ha tentato di intenerire i cuori di quei cattivoni che non vogliono la secessione dei ricchi, promettendo solennemente che la faranno, ma con calma.
Incalzato in commissione Affari costituzionali da alcuni senatori, il commander in chief della Repubblica autonoma di San Marco ha tenuto a precisare che di fronte a tanta ingiustificata ostilità verso il progetto scissionista di Calderoli è cosciente che “la gradualità possa essere una via d’uscita”. I Veneti se ne andranno piano piano, sottovoce, in barba a quel falsario del Manzoni che certi giornalacci hanno difeso dai vili attacchi del capo dello Stato come nume tutelare dell’identità nazionale. “Gradualità”, è la parola magica.
Passo dopo passo alla conquista della Marmolada proibita, dove è tutto un fiorire di sghei, gente operosa e tasse trattenute sul territorio da non devolvere più a quegli ignavi italioti che poltriscono al di qua del Garigliano. Tutto bello, tutto favoloso. Ma anche superfluo a questo punto della storia. Il federalismo, ovvero il fratello maggiore della secessione dei ricchi, ha già fatto tutto da solo senza l’aiuto di Zaia. Dacché è in vigore il Titolo V, se ne sono fatti così tanti di passi in avanti, che pensare di farne di ulteriori sarebbe inimmaginabile persino per Calderoli.
Gradualmente, piano piano, sottovoce, è accaduto infatti che un cittadino del Nord riceve oggi in media dallo Stato 17363 euro all’anno in servizi pubblici, mentre un cittadino del Sud, poltrone e attaccato alla mammella assistenzialista riceve 13607 euro, che fanno in soldoni 3600 euro di meno, pur avendo, dalle mense agli asili nido, molti meno servizi. Passo dopo passo, piano piano, sottovoce, il federalismo ha anche distrutto la sanità meridionale, che con i viaggi della speranza ha portato nel Nord altri 14 miliardi di bonus all’anno. E se 3600 euro a cittadino sembrano pochi, allora diamo gradualmente un’altra cifra.
Per garantire gli stessi servizi del Nord ai cittadini del Sud, lo Stato avrebbe dovuto versare ogni anno 75 miliardi nelle casse meridionali. Miliardi che sono stati sottratti piano piano, sottovoce, a quegli italiani accattoni che tanto disprezzo hanno ricevuto negli ultimi 30 anni dai sodali di Luca Zaia. Piano piano, sottovoce, gradualmente, chiediamo al governatore: quanto fa 75 miliardi moltiplicato per ventitrè anni?
Può risponderci gradualmente, governatore. Ma prima si metta seduto. C’è chi già ha fatto tutto il lavoro al suo posto. Gradualmente.