Passa la mozione di FdI
Il coro unanime del Parlamento, sì all’estradizione di Pietrostefani e gli altri dalla Francia: il fronte della fermezza non muore mai…
Giustizia - di Frank Cimini
Duecentosessantadue voti a favore e 7 astenuti alla Camera. Il Parlamento italiano non ha ancora metabolizzato il secco no arrivato dalla Cassazione di Parigi il 28 marzo scorso e ieri qualche minuto prima di mezzogiorno ha approvato la mozione presentata da Tommaso Foti capogruppo di Fratelli d’Italia per sostenere il ricorso dei parenti delle vittime alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo al fine di ottenere l’estradizione di dieci ex militanti di gruppi della lotta armata per fatti che risalgono a 40 anche 50 anni fa. Hanno votato si Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Italia Viva, Azione, il Movimento 5 stelle, il Partito Democratico, tutti insieme appassionatamente. Si sono astenuti i deputati di Sinistra e Verdi con Soumahoro passato al gruppo misto.
Riccardo De Corato di Fdi ha citato ancora la dottrina Mitterand definendola “vergognosa” nonostante la Cassazione francese nella sua lunga e articolata motivazione non vi avesse fatto cenno. Le richieste di estradizione partite dall’Italia erano state giudicate infondate fuori tempo perché tendenti a colpire la vita privata di persone residenti in Francia da decenni e che nulla avevano più da spartire con i reati che avevano commesso.
“Nessun ricorso è possibile, possono farlo solo i familiari e lo Stato deve far sentire la vicinanza. Noi vogliamo indicare una strada precisa ai familiari – sono le parole di De Corato – familiari di servitori dello Stato che hanno pagato un prezzo altissimo per la loro fedeltà”. Andrea Orsini di Forza Italia ha affermato che la sentenza francese “lede il concetto di giustizia. C’è l’idea di impunità ostentata dai colpevoli, lo status di perseguitato, di combattenti e non di volgari assassini”.
Per Simonetta Matone della Lega “non si può affidare a uno Stato straniero il giudizio sulle misure italiane, le sentenze di Parigi sono piene di valutazioni del sistema giudiziario italiano, il nostro è un sistema garantista”.
“Votiamo sì perché si tratta di un impegno che viene da lontano – ha detto Debora Serracchiani del Pd – dalla scorsa legislatura. La decisione francese non è stata del governo ma della magistratura. Dobbiamo sostenere i parenti delle vittime nella loro annunciata intenzione di rivolgersi alla Cedu”.
Serracchiani ricorda il sostegno dato al presidente Mario Draghi e al ministro Marta Cartabia quando si decise di inoltrare le richieste alle autorità di Parigi. Va ricordato che l’operazione Ombre Rosse nasce in pratica il giorno del ritorno di Cesare Battisti ripreso all’aereoporto dagli smartphone di due ministri con il presidente Sergio Mattarella che annunciava: “E adesso gli altri”. Cartabia faceva partire le richieste di estradizione. Seguivano gli arresti dei dieci ex militanti rimessi quasi subito in libertà in attesa dell’iter giudiziario che sarebbe stato lungo e complesso. Nascevano polemiche per la presenza alle udienze di un avvocato francese in rappresentanza dello Stato italiano che secondo le difese non ne aveva diritto. La sezione istruttoria della corte di appello di Parigi rigettava le richieste. C’era il ricorso in Cassazione appoggiato dal presidente Macron. Davanti alla Suprema Corte era il rappresentante dell’accusa a sollecitare la conferma del no. Tra gli altri a rischiare l’estradizione c’era Giorgio Pietrostefani condannato per l’omicidio Calabresi, 17 maggio 1972, oltre 50 anni prima.
La Camera dei deputati ieri mattina ha confermato che il fronte della fermezza muore mai, continuando ad agitare un fantasma del passato al pari della magistratura che indaga sulla sparatoria di Cascina Spiotta del1975. Ma solo sull’omicidio del brigadiere non sulla morte di Mara Cagol finita con un colpo mentre era a terra inerme e disarmata.