I diritti sono della persona

Mattarella ricorda Manzoni e mette in riga FdI sulla “stirpe”

Politica - di Angela Azzaro

23 Maggio 2023 alle 13:29 - Ultimo agg. 23 Maggio 2023 alle 14:30

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Mattarella ricorda Manzoni e mette in riga FdI sulla “stirpe”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non poteva trovare occasione migliore per dire basta, in maniera nettissima, al razzismo della destra al governo che continua a parlare di stirpe per poi dire di essere stata fraintesa. Lo ha fatto in occasione della commemorazione del grande scrittore Alessandro Manzoni, di cui ieri a Milano sono stati celebrati i 150 anni dalla morte. Il capo dello Stato lo ha celebrato con un bellissimo discorso: raffinato nella lettura dell’opera manzoniana, attento al contesto storico-politico dell’epoca, capace di far dialogare I promessi sposi con l’oggi.

Ecco le parole esatte di Mattarella riferite ai politici che blaterano: nella visione di Manzoni, “è la persona, in quanto figlia di dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”. Per Manzoni siamo tutti e tutte figli di Dio, quindi tutti uguali. Non ci sono stirpi, non ci sono razze, non ci sono confini. La cittadinanza è una, i diritti sono universali. Poi dal Colle la stoccata finale, ancora più netta: “Nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948. Una carta fondamentale, nata dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte. Concetti e assunti che – come ben sappiamo – sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana”.

Mattarella traccia una continuità tra risorgimento, cattolicesimo liberale e il pensiero della Rivoluzione francese che secondo Manzoni fu tradito dal “terrore” ma di cui è in continuità rispetto ai valori fondanti. Ritorna il tema della “provvidenza” e delle letture che nel tempo sono state fatte a partire dalle accuse di Antonio Gramsci al paternalismo manzoniano. Accuse comprensibili se pensate nell’ottica del grande intellettuale sardo, accuse anche in parte condivisibili se non fosse che oggi ci appaiono superate dalla grandezza dell’opera. La descrizione degli ultimi come motore della storia, la critica al potere che sovrastata chi ha di meno, il parlare di uguaglianza e fratellanza sono musica per le nostre orecchie ormai abituate invece a fare i conti ogni giorno con discorsi sempre più poveri, con parole che credevamo obsolete, finite per sempre dopo la Seconda guerra mondiale e che invece ritornano in bocca a chi ci governa.

Costoro dovrebbero leggere con cura il discorso del Colle, studiarlo a memoria. Dovrebbero soprattutto leggere o rileggere (chissà!) I promessi sposi e quella critica feroce al giustizialismo che troviamo nella Storia della Colonna Infame. Manzoni era cattolico ma credeva nelle idee, nell’uguaglianza, credeva in un mondo senza distinzioni, senza confini. Era uno degli artefici di quel cattolicesimo liberale che è stato a lungo linfa della miglior tradizione milanese, motore di storia e di cultura. Oggi chi ci governa spesso brandisce la chiesa come una spada non per unire, ma per creare nuove e ancora più violente divisioni. Manzoni che giustamente Mattarella definisce popolare per la sua capacità di empatia, ma non populista, va da tutt’altra parte, una direzione che il presidente della Repubblica ha fatto benissimo a indicare con questa forza. Grazie, presidente.

23 Maggio 2023

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