Delude Tsipras
I risultati delle elezioni in Grecia: la destra di Mitsotakis vince ma non stravince, serve un nuovo voto
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
La Grecia guarda e vota a destra. La destra di Kyriakos Mitsotakis, Nea Dimokratia, vince ma non stravince e per questo rilancia. Il premier e leader del partito conservatore greco uscito vincente dalle elezioni politiche di domenica, chiede un nuovo voto “possibilmente il 25 giugno”. “Ci stiamo dirigendo verso nuove elezioni ”, ha dichiarato Mitsotakis durante un incontro con il presidente della Repubblica, Katerina Sakellaropoulou.
Le nuove elezioni dovranno tenersi con un diverso sistema elettorale, approvato proprio durante il governo di Nea Dimokratia, che assegna direttamente un bonus di seggi, fino a un massimo di 50, al partito vincitore. “Un terremoto politico”. Così il premier uscente, ha definito ieri il miglior risultato conseguito dai conservatori in Grecia dal 2007. Il suo partito ha ottenuto il 40,79%, superando di oltre 20 punti il rivale di sinistra Syriza, guidato dall’ex premier Alexis Tsipras, che si è fermato al 20,07. Nea Dimokratia ha ottenuto così 146 seggi nel Parlamento composto da 300 parlamentari e non è riuscita ad aggiudicarsi, per poco, la maggioranza assoluta.
Il risultato non è stato dunque sufficiente a formare un governo monocolore e senza far ricorso a un’eventuale coalizione. E Mitsotakis intende rinunciare a un mandato esplorativo per ripresentarsi al voto il 25 giugno, con un sistema elettorale che gli potrà garantire una più sicura maggioranza. La terza forza politica, il Pasok, ottiene l’11,46% e festeggia il risultato (nelle elezioni del 2019 aveva preso l’8%) soprattutto perché, di fronte al crollo di Syriza, il partito è tornato a crescere.
Soddisfatto del risultato è anche il Partito comunista greco (Kke) che aumenta in questa tornata i consensi, ottenendo il 7,21% rispetto al 5,30% di quattro anni fa. Un leggero incremento dei voti va anche a Soluzione greca (Elliniki lisi) partito di estrema destra che entra in Parlamento con il 4,45% (nel 2019 aveva ottenuto il 3,70%). “I dati delle urne sono chiari: il messaggio è che Nea Dimokratia è autonoma”, ha osservato il premier uscente, spiegando che il sistema “proporzionale porta a vicoli ciechi”: “Alle prossime elezioni dimostreremo che quello che hanno voluto i cittadini, l’autosufficienza di Nea Dimokratia, verrà confermata matematicamente”.