Un caso internazionale

Aereo dirottato per arrestare oppositore, il blogger Roman Protasevich graziato in Bielorussia

Esteri - di Redazione Web

22 Maggio 2023 alle 16:27

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Aereo dirottato per arrestare oppositore, il blogger Roman Protasevich graziato in Bielorussia

Che fine aveva fatto Roman Protasevich? Era stato arrestato in un’operazione clamorosa: con un caccia bielorusso che aveva affiancato il  volo di linea su cui viaggiava costringendolo a un atterraggio fuori programma a Minsk. E Protasevich era stato arrestato, accusato di aver organizzato rivolte di massa, di aver incitato a compiere atti di terrorismo, di aver guidato un gruppo estremista e di aver diffamato il presidente Alexander Lukashenko. Protasevich, la notizia è di oggi, dopo una prima condanna a otto anni di carcere, è stato graziato. La notizia è stata comunicata dallo stesso blogger all’agenzia di stampa di stato Belta. Ed è una buona notizia anche se in parte ancora indecifrabile, per il contesto e i termini in cui è arrivata.

Era prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alleato indissolubile di Lukashenko. Dopo l’ondata di proteste scatenate dalle elezioni presidenziali del 2020 contro il governo di Minsk e contro Lukashenko che avevano attraversato il Paese e che erano diventate note in tutto il mondo. Né gli Stati Uniti né l’Unione Europea hanno mai riconosciuto quel verdetto. Protasevich ha 27 anni, per molto tempo era stato a capo di un canale Telegram, Nexta, su cui si faceva informazione e si organizzavano parte delle proteste antigovernative. Era seguito da milioni di persone. Sul suo canale aveva scritto già ad Atene di avere l’impressione di essere seguito.

Era il maggio 2021 quando il volo di linea FR4978 Ryanar con a bordo 171 passeggeri veniva dirottato. Era partito da Atene – dov e Protasevich era andato in vacanza – e doveva atterrare a Vilnius – dove viveva da qualche mese. Lukashenko stesso, scrissero Beta e altri media statali, aveva ordinato “personalmente” l’arresto. Ai passeggeri a bordo era stato comunicato che l’atterraggio era stato deciso per motivi di sicurezza. Era stata arrestata anche Sophia Sapega, 23enne fidanzata russa del blogger. Dopo lo stop il volo era ripartito con sei ore di ritardo e sei passeggeri in meno: oltre ai due arrestati anche due passeggeri russi. Protasevich rischiava 15 anni di carcere.

Quello del volo dirottato era diventato un caso internazionale. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea avevano chiesto il rilascio di Protasevich. L’antagonista di Lukashenko, Svetlana Tikhanovskaya, in esilio dopo la vittoria delle elezioni presidenziali dello scorso anno, aveva affermato che Protasevich rischiava la pena di morte. Anche il presidente della Lituania, Gitanas Nausėda aveva condannato il dirottamento come “una minaccia per l’aviazione civile internazionale”. Il Ceo di Ryanair Michael O’Leary aveva dichiarato alla radio irlandese Newstalk che l’atterraggio forzato era stato “un dirottamento di Stato” e che sul volo c’erano anche degli agenti del Kgb, i servizi segreti, bielorusso. Ue e Stati Uniti non hanno mai riconosciuto l’esito, con la conferma di Lukashenko, delle elezioni del 2020. L’accusa aveva stabilito inoltre che sia lui che altri oppositori avevano elaborato un piano per prendere il potere in Bielorussia in modo “incostituzionale”, dopo le elezioni del 2020.

Sia Protasevich che Sapega dopo l’arresto erano comparsi in alcuni video in cui confessavano le loro attività illegali. Contenuti sulla cui spontaneità e sincerità i media occidentali avevano sempre espresso dubbi. Protasevich si era spinto fino a chiedere “una punizione giusta e non legata alla privazione della libertà”, assicurando che avrebbe fatto di tutto per riparare “il danno causato dalle sue azioni passate”. Un sostanziale cambio di rotta. Oggi la notizia: dopo la condanna a inizio maggio di otto anni di carcere la grazia. “Ho appena firmato tutti i documenti. Questa, ovviamente, è una grande notizia”. Si è detto “immensamente grato al Paese e personalmente al presidente per una tale decisione”. Il blogger ha aggiunto di non voler abbandonare il Paese di voler essere utile alla Bielorussia. “Cercherò di dedicare il massimo tempo alla mia famiglia e di pensare a qualcosa di buono in generale”.

Secondo Reporters Sans Frontières la Bielorussia è 153esima su 180 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa.

22 Maggio 2023

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