Tribunale europeo brevetti, cosa è e dove si trova

Politica - di Iuri Maria Prado - 19 Maggio 2023

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Impegnato nella difesa del “Made in Italy” e nella lotta per la tutela delle purezze etniche, il nostro Paese sta riuscendo nel capolavoro di essere sbattuto fuori dal sistema internazionale della giurisdizione in materia di brevetti. L’Italia avrebbe dovuto ospitare, a Milano, una delle sezioni della divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti, in particolare la sede a suo tempo assegnata a Londra e rimasta vacante con l’uscita del Regno Unito dalla Ue.

Avere e gestire quella sede era (e sarebbe ancora) un vero e proprio diritto del nostro Paese: il quale, per “titoli”, veniva subito dopo il Regno unito appunto ormai uscito di scena (gli altri protagonisti del sistema sono la Francia, che ospita la divisione centrale del Tribunale, a Parigi, e la Germania, con una sezione a Monaco). Per capirsi, si discute del più importante ufficio giudiziario internazionale in un settore – quello dello sviluppo tecnologico, della ricerca, della competizione tra imprese – di vitale interesse per ogni Paese economicamente avanzato.

Occorreva lavorare affinché il dossier fosse maneggiato con cura, per evitare che le ambizioni italiane fossero vanificate dai prevedibili appetiti dei nostri partner, ai quali non pareva vero di papparsi, escludendo l’Italia, l’enorme quota di casi giudiziari originariamente affidata a Londra. Sempre per capirsi: avere nel proprio Paese una sede apicale di quel Tribunale significa non solo essere protagonisti, anziché spettatori, dei grandi giochi in questo comparto così importante. Significa anche diventare luogo di investimenti, e godere dell’enorme indotto che quel posizionamento produce.

Ma è di questi giorni la notizia che, in base a una decisione “provvisoria” del “Presidium” del Tribunale unificato dei brevetti, il sistema comincerà a lavorare con l’Italia fuori dai giochi e con Parigi e Monaco pronte ad accaparrarsi le competenze che furono di Londra. Vuol dire che non ci si è mossi in modo adeguato a fronte del pericolo che da mesi gli operatori ed esperti di settore prospettavano, e cioè che ancora una volta – per l’insipienza e l’indicibile provincialismo di una classe di governo efficiente sui social ma non dove serve – per evitare che l’Italia rischiasse di perdere una fondamentale opportunità di accreditamento internazionale. Vediamo se il governo, nei pochi giorni disponibili, riesce a recuperare. Di fatto, il Tribunale unificato comincia a lavorare con l’Italia fuori.

19 Maggio 2023

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