Aveva 15 anni
Mirella Gregori, la storia della ragazza scomparsa nel nulla: la vicenda accostata a quella di Emanuela Orlandi
Cronaca - di Rossella Grasso
“Mirella Gregori. Anni 15, alta 1,65 è scomparsa. Al momento della scomparsa aveva capelli castani e ricci, occhi castani. Non si hanno sue notizie dal 7 maggio 1983”. Si legge così sul manifesto della scomparsa della giovane che abitava a Roma in via Nomentana. Il 22 giugno del 1983 scomparve Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana. Due ragazzine, coetanee, che non si conoscevano tra loro, scomparse in circostanze misteriose a Roma, a distanza di pochi giorni. Nessuna delle due è mai stata ritrovata. Due storie accostate per la prima volta il primo agosto 1983 in un articolo su “Panorama” dal titolo “Emanuela e le altre”. Poi anche da una Commissione Parlamentare d’inchiesta avviata a 40 anni dalla loro scomparsa. Il sospetto che le due sparizioni fossero collegate è sorto anche per un audio di una telefonata fatta ascoltare da “Chi l’ha visto?” in cui si parlava della sepoltura di Enrico De Pedis (uomo dei capi della Banda della Magliana) a Sant’Apollinare: l’anonimo a un certo punto parla anche dell’”altra Emanuela”, senza farne il nome. Secondo quanto ricostruito da Open, i punti in comune tra le due vicende sono numerose, tra queste l’ approssimazione delle indagini iniziali e molte lentezze, oltre al destino comune delle archiviazioni nelle relative inchieste.
La scomparsa di Mirella Gregori il 7 maggio 1983
Mirella è nata a Roma il 7 ottobre 1967, figlia dei titolari di un bar in via Volturno. Vive con la sua famiglia in via Nomentana. È molto amica di Sonia De Vito, di due anni più grande di lei, figlia di altri due titolari di un bar sulla Nomentana. Il 7 maggio 1983 torna a casa dopo scuola intorno alle 14. In casa c’è sua madre Maria Vittoria Arzenton. Poco prima delle 15 suona il citofono e risponde Mirella: “Chi è? Non ho capito chi parla”. E subito dopo: “Se non mi dici chi sei, attacco subito eh!”. Infine: “Ah, sì Alessandro, ho capito”. I due prendono appuntamento dopo pochi minuti alla scalinata del bersagliere a Porta Pia. Alla madre Mirella ha detto che si trattava di Alessandro, un compagno di scuola delle medie. “Mi ha chiesto se possiamo vederci per fare due chiacchiere. Scendo e tra poco torno”. La 15enne si mette una maglietta, si pettina ma non prende né borsa né giacca. Quella è stata l’ultima volta che Mirella è stata vista dalla mamma.
Secondo le prime ricostruzioni Mirella sarebbe passata prima per il bar dell’amica Sonia a cui non racconta di avere un appuntamento a Porta Pia ma di andare a villa Torlonia a suonare la chitarra con degli amici. Non vedendola rientrare scatta l’allarme a casa Gregori. La mamma Vittoria chiama al telefono l’amico Alessandro che però non è in casa. Antonietta, la sorella di Mirella con il fidanzato Filippo, denunciano la scomparsa al commissariato. Nel frattempo Alessandro torna a casa e al telefono dice di non vedere Mirella da anni, da quando hanno finito le scuole medie. Antonietta e Filippo vanno a cercare Mirella a villa Torlonia. La trovano chiusa. Passa una volante della polizia che chiama il custode. A mezzanotte comincia una perlustrazione di fortuna con le torce degli agenti. Mirella non si trova.
I punti di contatto con la scomparsa di Emanuela Orlandi
Il 22 giugno scompare Emanuela Orlandi. Il 3 luglio dal balcone in piazza san Pietro Papa Wojtyla esprime “la viva partecipazione con cui sono vicino alla famiglia Orlandi, la quale è nell’afflizione per la figlia Emanuela, di 15 anni […] non perdendo la speranza nel senso di umanità di chi abbia responsabilità in questo caso”. Così le due storie iniziarono ad essere spesso presenti sui giornali, diventando misteri mai risolti che durano da 40 anni. Due giorni dopo l’appello del Papa spunta la pista del terrorismo internazionale tramite misterioso comunicati firmati l’Amerikano. Il 4 agosto arriva il Komunicato 1 del sedicente “Fronte di liberazione turco anticristiano Turkesh” che parla di Alì Agça e proprio di Mirella Gregori. Il “Fronte” chiede in un italiano stentato “informazioni”. Sembra lo stesso copione.
Un altro punto di contatto tra le due storie è che Emanuela aveva telefonato alla sorella Federica dalla scuola di musica per dirle che uno sconosciuto l’aveva fermata per strada e le aveva offerto 350 mila lire per vendere prodotti della Avon all’atelier delle Sorelle Fontana. Mirella invece già lavorava nella Avon per conto di sua sorella Antonietta troppo assorbita dal lavoro al bar del padre. E questa è una circostanza sottolineata nel libro “Mirella Gregori: cronaca di una scomparsa” di Mauro Valentini, come riportato da Open. Inizia il viavai dei komunicati e delle lettere. In una missiva recapitata a casa Gregori chiede per Mirella un appello del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Arriva anche una telefonata al bar di via Volturno: una voce guida Filippo come se stesse guardando da un’abitazione lì davanti. Prove certe che Mirella o Emanuela siano in vita e in mano a rapitori presunti autori dei komunicati e delle lettere non ce ne sono.
Una telefonata arriva al bar dei Gregori il 24 settembre. Una voce dice a Filippo di prendere carta e penna e scrivere sotto dettatura: “Maglieria Antonia, jeans Redin con cintura, maglietta intima di lana, scarpe con il tacco di colore nero lucido marca Saroyan di Roma”. Gli dice di non divulgare il messaggio ma di farlo leggere ad Antonietta. La sorella di Mirella riconosce subito nel dettaglio l’abbigliamento di sua sorella nel giorno della sua scomparsa salvo che per la maglia di lana che in realtà era di cotone. A quel punto Egidio e i genitori chiedono l’appello a Pertini. Ma nel frattempo di komunicati ne arrivano altri. Che dicono prima che Mirella sta per partire per la Tunisia o l’Algeria. In uno di questi si sbaglia la scuola che frequenta la 15 enne.
Le lettere e le telefonate misteriose
Poi il 27 ottobre un’altra misteriosa telefonata dall’amerikano all’avvocato Egidio, il difensore degli Orlandi, sembrerebbe annunciare la morte di Mirella: “Non abbiamo più nulla. Prepara i genitori a questo. Non esiste nessuna possibilità”. Poi promette che restituirà il corpo entro Natale e di dare notizie certe su questo entro un mese. Intanto il Sisde concentra la sua attenzione sull’amica Sonia De Vito che sarà successivamente accusata anche di falsa testimonianza, posizione che verrà archiviata. Open riporta che un rapporto di un servizio segreto racconta una conversazione tra la figlia del gestore del locale con una coetanea: “Certo, lui ci conosceva al contrario di noi che non lo conoscevamo, quindi poteva fare quello che voleva. Come ha preso Mirella poteva prendere anche me visto che andavamo insieme”. E aggiunge che il cameriere di bassa statura chiamato Marco potrebbe sapere altro.
Il 15 dicembre 1985 il Papa fa visita alla parrocchia di San Giuseppe. La mamma di Mirella riconosce un uomo della gendarmeria che he spesso si intratteneva con la figlia e con Sonia nel bar di quest’ultima. Secondo la ricostruzione fatta da Open passarono ben 7 anni prima che fosse fatto un ufficiale riconoscimento e il suo telefono messo sotto controllo. Poi dopo una serie di mancati riconoscimenti la posizione del gendarme verrà archiviata nel 2009.
L’inchiesta sul presunto rapimento di Mirella Gregori e Emanuela Orlandi venne archiviato perchè nessuno dei gruppi che avevano contattato i giornali o la famiglia avevano dato prova di avere certamente con loro le ragazze vive. Anche se il messaggio che racconta il vestiario di Mirella, così come alcuni altri di Emanuela, sono considerati la prova per lo meno di un contatto tra chi ha agito e chi ha depistato. Il controverso fotografo marco Accetti, un una delle sue testimonianze sul caso Orlandi ha dichiarato che Mirella era stata allontanata senza violenza esattamente come la cittadina vaticana. E che la mamma di Mirella avrebbe rivisto la figlia dopo un appuntamento in una villa a Roma e per questo non avrebbe confermato il riconoscimento del gendarme. Però la fantasiosa ricostruzione faceva a pugni con le date e venne smentita dalla figlia Antonietta.
Ercole Orlandi, padre di Emanuela, in una testimonianza messa agli atti nel 1993 ha raccontato che “Colloquiando con la signora Gregori ebbi modo di sapere che dopo la scomparsa di Mirella, ma prima della scomparsa di Emanuela, si erano presentate a casa della signora Gregori alcune persone di giovane età che si erano qualificate come appartenenti alla polizia esibendo tesserini che peraltro la signora non era riuscita a decifrare sia per lo stato d’animo sia per l’ansia del momento. Queste persone qualificatesi come poliziotti hanno cercato a lungo nella stanza di Mirella come se si fosse trattato di una vera perquisizione. Nel congedarsi peraltro raccomandavano alla signora Gregori di non rivelare la loro identità suggerendole di rispondere a chiunque chiedesse che si trattava di parenti o di amici”.
Open riporta altre incongruenze citate da Valentini nel suo libro come quanto dichiarato da Alessandro, l’amico di Mirella che alla mamma preoccupata avrebbe detto di non vederla da due anni e poi alla polizia di non vederla da cinque mesi. Sempre nel libro la sorella ricorda che Mirella aveva cominciato a truccarsi, riceveva telefonate da ragazzi e si chiudeva nella loro cameretta per parlarci senza scocciatori. Il sospetto è che Mirella Gregori come Emanuela Orlandi siano state portate via da persone di cui avevano fiducia e non con la forza. Da quando Mirella si è allontanata dal bar dell’amica non ci sono punti in cui qualcuno avrebbe potuto nascondersi per portarla via senza essere visti. La Commissione di Inchiesta parlamentare avviata nel marzo 2023 potrebbe aprire nuovi spiragli di speranza sul caso.