Sì alla fiducia al Senato

Manovra, l’intervento del Quirinale: cinque norme fuori dal testo finale, c’è anche il blitz contro i lavoratori sottopagati

Economia - di Redazione

23 Dicembre 2025 alle 10:18

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Manovra, l’intervento del Quirinale: cinque norme fuori dal testo finale, c’è anche il blitz contro i lavoratori sottopagati

Cinque norme saltate in extremis, anche per l’intervento del Quirinale. È l’ultimo “inciampo” della Manovra del governo Meloni, giunta ieri al Senato e che verrà approvato senza alcuna discussione in Parlamento entro il 30 dicembre.

Dopo la questione di fiducia posta lunedì dal ministro per i Rapporto col Parlamento Luca Ciriani, al “tortuoso” iter della legge di bilancio, come da definizione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sul testo sono arrivati i richiami tecnici della Presidenza della Repubblica.

Ad uscire dalla manovra è in particolare il comma 176, che ieri aveva fatto provocato enormi fibrillazioni e un coro di accuse unanimi da parte delle opposizioni nei confronti della maggioranza. Il governo aveva infatti provato a reinserire in Manovra il testo proposto in estate dal senatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese, già bocciato lo scorso luglio non riuscendo ad entrare nel decreto Ilva.

Il comma era di fatto uno “scudo” a protezione dei datori di lavori per i dipendenti sottopagati. In particolare il testo prevedeva che il datore di lavoro che, sulla base di quanto stabilito da un giudice, non paga adeguatamente i lavoratori, non può essere condannato al pagamento delle differenze retributive o contributive se ha applicato lo standard retributivo stabilito da un contratto collettivo. Di fatto uno “scudo” per le aziende che applicano un contratto collettivo ma non hanno pagato i lavoratori in modo conforme all’articolo 36 della Costituzione. Una “cattiveria contro i lavoratori che perdono il diritto agli arretrati quando un giudice stabilisce che la loro retribuzione è troppo bassa, una norma che non c’entra nulla con la finanziaria, ha un profilo di incostituzionalità e di cui chiediamo il ritiro immediato”, era stato il commento a caldo del segretario della Cgil Maurizio Landini.

Stralciate dal testo della Manovra anche altre quattro norme: è arrivato infatti lo stop alla inconferibilità di incarichi nelle amministrazioni pubbliche a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati dalle stesse; cancellate anche due norme, a firma del senatore di Forza Italia Claudio Lotito che riguardano il taglio dell’anzianità da 10 a 4 anni per collocare i magistrati fuori ruolo e la revisione della disciplina per il personale della Covip, l’Autorità che vigila sui fondi pensione. Infine, anche qui dopo l’intervento del Quirinale, non è più presente la misura riguardante lo spoil system per le Authority.

Tra le proteste delle opposizioni il Senato ha votato la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento alla manovra: i voti favorevoli sono stati 113, i voti contrari 70, due gli astenuti. A seguito del voto si riunirà il Consiglio dei ministri per la Nota di variazione e poi l’Aula di Palazzo Madama si riunirà di nuovo per due votazioni elettroniche: una sulla Nota di variazione e l’altra, definitiva, sulla legge di Bilancio. Il testo poi passerà alla Camera, dove il voto è calendarizzato per il 30 dicembre.

di: Redazione - 23 Dicembre 2025

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