La biografia

Chi era Umberto Terracini: avvocato ebreo, comunista garantista e dissidente

Fu sempre un garantista di acciaio. Negli ultimi anni si oppose alla linea berlingueriana del compromesso storico e si avvicinò ai radicali.

Politica - di Redazione Web

23 Dicembre 2025 alle 13:42

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anni ’40 archivio storico
anni ’40 archivio storico

“Io dicevo: qual è il significato politico delle conclusioni del Pubblico Accusatore? Niente altro che questo: che il fatto puro e semplice dell’esistenza del partito comunista è sufficiente, di per se stesso, a porre in pericolo grave e imminente il regime. Oh, eccolo, dunque, lo Stato forte, lo Stato difeso, lo Stato totalitario, lo Stato armatissimo! Esso si sente minacciato nella sua solidità, di più, nella sua esistenza, solo perché di fronte a lui si leva questo piccolo partito, disprezzato, colpito e perseguitato, che ha visto i migliori tra i suoi militanti uccisi o imprigionati, obbligato a sprofondare nel segreto per salvare i suoi legami con la massa lavoratrice per la quale e con la quale vive e lotta. Vi è da meravigliarsi se io dichiaro di fare mie, integralmente, queste conclusioni del Pubblico accusatore?…»

Questo breve passo che avete letto è la trascrizione del discorso finale che Umberto Terracini pronunciò di fronte al tribunale speciale fascista, subito dopo la requisitoria del pubblico ministero che aveva chiesto per lui una condanna a 22 anni e nove mesi di carcere.
La Corte si riunì e decise di infliggere al deputato comunista Umberto Terracini una condanna a 22 anni e nove mesi. Ne trascorse un po’ più di undici in cella. Poi nel 1939 fu spedito al confino a Ponza e a Ventotene. Nel 1943 fu liberato con la caduta di Mussolini, e dopo l’otto settembre prima riparò in Svizzera e poi entrò in clandestinità e partecipò alla Resistenza. Il confino per lui era stato molto duro. Era isolato dai suoi compagni perché considerato dissidente e quindi messo fuori dal partito, espulso, e dalla comunità degli antifascisti. Era stato espulso dal partito per evidente antistalinismo, che si era accentuato dopo la firma del patto Ribbnetrop-Molotov, che erano i nomi del ministro degli esteri nazista e di quello sovietico.

Umberto Terracini era nato nel 1895 a Genova, da una famiglia ebrea. Poi si era trasferito a Torino, a studiare all’Università e aveva conosciuto un giovane militante socialista, Angelo Tasca, di sei anni più grande di lui, ed era stato Tasca a introdurlo nel mondo politico. Terracini subì il suo primo arresto, durante una manifestazione pacifista a Torino, nel 1913, non aveva ancora compiuto 18 anni. Nel 1915 fu arruolato e mandato al fronte. Al rientro a Torino si laureò in legge, e all’università conobbe altri due giovani coetanei: Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti. Insieme a Tasca formarono il quartetto che fondò la rivista “Ordine Nuovo”, e cioè il primo nucleo che, unitosi poi coi napoletani di Amedeo Bordiga, fondò nel 1921 il partito comunista.

Dopo gli scontri nel Partito comunista, Terracini arrivò alla pacificazione nel 1944, quando Togliatti lo rimise al Pci. Nel ‘46 entrò nella Costituente della quale fu nominato presidente. Fu lui a firmare la Costituzione insieme a De Gasperi e al presidente della Repubblica provvisorio Enrico De Nicola. Nel dopoguerra militò sempre nel Pci e si impegnò anche nella professione di avvocato. Difese molti militanti dei gruppi extraparlamentari di sinistra. Fu sempre un garantista di acciaio. Negli ultimi anni si oppose alla linea berlingueriana del compromesso storico e si avvicinò ai radicali. Ma restando sempre dentro il partito comunista e ricoprendo a lungo la carica di capo del gruppo al Senato. Terracini è morto il 6 dicembre del 1983 a Roma.

23 Dicembre 2025

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