Esteri e migranti
Schiaffo della Tunisia all’UE, il Presidente Saied rifiuta i fondi: “Non accettiamo la carità, somme irrisorie”
Già affonda il memorandum firmato a Cartagine. Il "Piano Mattei" per l'Africa tanto decantato da Meloni, non è neanche partito che già scricchiola
Esteri - di Redazione Web
Doveva essere una soluzione, forse la principale soluzione. E invece dopo la visita in pompa magna, con la Presidente del Consiglio Italiano Giorgia Meloni, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Regno dei Paesi Bassi Mark Rutte, e annessa la firma del Memorandum of Understanding Ue-Tunisia, il Presidente tunisino Kais Saied rifiuta i fondi stanziati dall’Unione Europea a favore della Tunisia in cambio di impegni nel controllo dei flussi migratori. Non è neanche partito il “Piano Mattei per l’Africa” di Giorgia Meloni che già scricchiola.
L’annuncio è arrivato a tarda sera. “Sì alla cooperazione, no alla carità”. Saied ha parlato di importo “irrisorio” che sarebbe in contrasto con l’accordo chiuso a luglio tra le due parti con il memorandum di Cartagine. “La Tunisia, che accetta la cooperazione, non accetta nulla che assomigli alla carità o al favore, perché il nostro Paese e il nostro popolo non vogliono compassione e non la accettano quando è irrispettosa. Di conseguenza, la Tunisia rifiuta quanto annunciato nei giorni scorsi dall’Ue” e “sta facendo il possibile per smantellare le reti criminali che trafficano in esseri umani”.
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Lo scorso 22 settembre la Commissione Europea aveva annunciato che avrebbe iniziato “rapidamente” a stanziare i fondi previsti dall’accordo con la Tunisia precisando che dei 105 milioni di euro di aiuti previsti dall’accordo per la lotta all’immigrazione clandestina, circa 42 milioni di euro sarebbero stati “rapidamente assegnati”. Altri 24,7 milioni di euro sono già stati stanziati per i programmi in corso. Il memorandum tra Tunisia e Bruxelles prevede anche un aiuto diretto di 150 milioni di euro al Paese africano che attraversa un difficile momento economico.
Per la Commissione i fondi dovevano essere utilizzati per riparare le imbarcazioni della Guardia Costiera tunisina e per cooperare con le organizzazioni internazionali sia per la “protezione dei migranti” che per le operazioni di rimpatrio. “La Tunisia non può agire come un gendarme la cui missione è proteggere i confini degli altri. Può solo difendere i suoi confini, le proprie frontiere”, aveva dichiarato appena due giorni fa il ministro dell’Interno di Tunisi. Dalla Tunisia stanno arrivando la maggior parte dei migranti che hanno portato il numero degli sbarchi a raddoppiare nel corso di quest’anno. La Tunisia è uno di quei Paesi definiti “sicuri”.