La visita a Barbiana

Mattarella e la lezione di Don Milani: “Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha”

Politica - di Redazione Web

27 Maggio 2023 alle 13:12 - Ultimo agg. 27 Maggio 2023 alle 13:17

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Mattarella e la lezione di Don Milani: “Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha”

“Il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito. I suoi ragazzi non possedevano le parole. Per questo venivano esclusi. E se non le avessero conquistate, sarebbero rimasti esclusi per sempre. Guadagnare le parole voleva dire incamminarsi su una strada di liberazione. Ma chiamava anche a far crescere la propria coscienza di cittadino; sentirsi, allo stesso tempo, titolare di diritti e responsabile della comunità in cui si vive“. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo questa mattina alle celebrazioni per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, a Barbiana, località nel comune di Vicchio (Firenze) dove il priore fondò nel 1954 una scuola per insegnare con un metodo pedagogico innovativo ai bambini della zona.

Da Barbiana, luogo iconico di cultura e di una rivoluzione culturale che iniziò da Don Milani e si propagò in tutta Italia, Mattarella ha deciso di parlare del ruolo della scuola nella società, come luogo per eliminare le differenze e dare a tutti l’occasione di crescita. “Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: ‘Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose’. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà“, ha aggiunto.

“Il motore primo delle sue idee di giustizia e uguaglianza era proprio la scuola. La scuola come leva per contrastare le povertà – ha continuato Mattarella – Non a caso oggi si usa l’espressione `povertà educativa´ per affermare i rischi derivanti da una scuola che non riuscisse a essere veicolo di formazione del cittadino. La scuola per conoscere. Per imparare, anzitutto, la lingua, per poter usare la parola. La povertà nel linguaggio è veicolo di povertà completa, e genera ulteriori discriminazioni. La scuola, in un Paese democratico, non può non avere come sua prima finalità e orizzonte l’eliminazione di ogni discrimine”. E ancora: “Aveva un senso fortissimo della politica don Lorenzo Milani. Se il Vangelo era il fuoco che lo spingeva ad amare, la Costituzione era il suo vangelo laico”, rimarca ancora Mattarella.

“Difficile non riscontrare lo stretto legame del suo insegnamento con la fede che professava: prima di ogni altra cosa, il rispetto e la dignità di ogni persona. Qui si intrecciano il don Milani prete, l’educatore, l’esortatore all’impegno. L’impegno – educativo, e di crescita – richiede sempre, per essere autentico, coerenza. Spesso sacrificio. Al pari di tanti curati di montagna che hanno badato alle comunità loro affidate, Don Milani non si è sottratto. Era giovane. Chiedeva ai suoi ragazzi di non farsi vincere dalla tentazione della rinuncia, dell’indifferenza. La scuola di Barbiana durava tutto il giorno. Cercava di infondere la voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri. Cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere”. Il riferimento sembra essere alla vicenda Roccella al Salone del Libro di Torino, dove la ministra è stata duramente contestata.

Don Milani è stato “un grande italiano che, con la sua lezione, ha invitato all’esercizio di una responsabilità attiva. Il suo ‘I care’ è divenuto un motto universale. Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza. A quella espressione se ne accompagnava un’altra. Diceva: “Finché c’è fatica, c’è speranza. La società, senza la fatica dell’impegno, non migliora. Impegno accompagnato dalla fiducia che illumina il cammino di chi vuole davvero costruire. E lui ha percorso un vero cammino di costruzione”.

27 Maggio 2023

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