Ancora non è finito il 25 aprile con il caso della fornaia di Ascoli Piceno che si ingrandisce e assume forme grottesche e minacciose. All’identificazione per uno striscione e alla solidarietà politica si aggiungono infatti degli striscioni dai toni non proprio confortati. “25 Aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo”, lo striscione che Lorenza Roiati aveva esposto davanti alla sua attività, L’assalto ai forni, in occasione dell’80esimo anniversario della festa della Liberazione. Quello che il governo aveva invitato a celebrare con sobrietà. La panificatrice era stata visitata e identificata due volte dalle forze dell’ordine per quel lenzuolo esposto.
“I ragazzi che lavorano con me e che hanno assistito a entrambe le scene – ha detto Roiati a Il Corriere della Sera – mi hanno poi detto che, dall’esterno, nel primo caso sembrava che i poliziotti stessero tentando di intimorirmi. Per me si tratta di una cosa gravissima. E fa ancora più male perché io, nipote di due partigiani decorati, Renzo e Vittorio Roiati, sono cresciuta nei valori della Resistenza e penso sia importantissimo mantenerne viva la memoria”. I video di quei controlli avevano fatto il giro di media e social.
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“Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore”, si leggeva su uno striscione apparso nei pressi dei giardini pubblici nelle scorse ore. Soltanto qualche ora prima un altro striscione in via Luigi Marin, a un centinaio di metri dalla Questura, con la scritta “L’assalto ai forni”, con la parola “assalto” cancellata. La questura ha fatto sapere che sono in corso le indagini per individuare gli autori del gesto e che sono stati disposti controlli. Quello che hanno generato questi gesti è soprattutto un’ondata di solidarietà e notorietà alla panificatrice e una serie di reazioni grottesche se non ambigue e pericolose da parte delle autorità.
Chi è Lorenza Roiati, la fornaia di Ascoli
Roiati è laureata in chimica, si è formata tra Roma e Milano, ha lavorato nella ristorazione ad alti livelli, madre, ha aperto la sua attività nel 2019, secondo alcuni media è tra le trenta panificatrici più influenti d’Italia. Ha registrato un video mentre veniva avvicinata dalle forze dell’ordine, lo ha postato sui social per denunciare. E giustamente. Ha chiesto spiegazioni al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. L’eurodeputato del Partito Democratico e candidato alla Presidenza delle Marche, Matteo Ricci, ha convocato ieri in piazza dell’Arengo centinaia di persone solidali in una manifestazione antifascista.
Non si è fatta attendere la reazione del sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, di Fratelli d’Italia. “Matteo Ricci ha fatto sciacallaggio, non è mai stato in questa città, ha dovuto mettere Ascoli Piceno su Google Maps visto che nemmeno dopo il sisma è venuto a portare la solidarietà ai terremotati. Ha strumentalizzato ragazze e ragazzi liberi, che difendevano i propri ideali e i propri valori, interrompendo anche il lutto nazionale nella giornata del funerale del nostro Sommo Pontefice”. Il sindaco aveva condannato gli striscioni rimossi e ringraziato le forze dell’ordine per il loro operato, ha definito gli agenti vittime di aggressione social e sciacallaggio politico.
Fanno quadrato intanto i sindacati di polizia secondo i quali “nessuno può porsi al di sopra della legge, e la Polizia di Stato non deve essere oggetto di strumentali conflitti ideologici o politici”, ha dichiarato il segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) Massimiliano d’Eramo secondo il quale il controllo era finalizzato a verificare il rispetto della Legge 8 febbraio 1948, n. 47 sulle disposizioni relative alla stampa egli specifici obblighi formali per ogni stampato destinato alla pubblica diffusione, come l’indicazione del luogo e dell’anno di pubblicazione e i dati dello stampatore e dell’editore – anche se non si tratta nel caso specifico di un prodotto editoriale – così come l’identificazione è una misura ordinaria nell’ambito del servizio di Polizia.
“Questa notte ad Ascoli Piceno sono comparsi striscioni vergognosi in cui l’Assalto ai forni è stato oggetto di offese dal sapore nazifascista inneggianti ai forni crematori dei campi di sterminio – ha scritto sui social la proprietaria del forno – Sono questi gli striscioni pericolosi che vanno segnalati e rimossi e sui quali occorre indagare. Sono questi gli striscioni che offendono la nostra memoria comune e i nostri valori democratici. Domani verrà a portarmi la sua solidarietà la Senatrice della Repubblica Ilaria Cucchi ed insieme chiederemo un incontro al sindaco della mia città Marco Fioravanti certe di ricevere da lui il sostegno e la giusta tutela per i fatti gravissimi accaduti. Siamo tutti e tutte antifasciste”. Roiati ha incassato anche la solidarietà di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.