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Trump torna a minacciare la Groenlandia, nominato un inviato speciale Usa per “renderla parte degli Stati Uniti”

AP Photo/Alex Brandon


Associated Press / LaPresse
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Il focus resta forte sul Venezuela, su Gaza e sull’Ucraina, ma l’ossessione trumpiana per la Groenlandia non è affatto scomparsa. Domenica con una mossa a sorpresa il presidente degli Stati Uniti ha nominato il governatore repubblicano della Louisiana, Jeff Landry, come inviato speciale per la Groenlandia.

Ex procuratore generale della Louisiana, poi sceso in politica ed eletto governatore dello Stato, Landry ha scritto su X che per lui è un onore essere stato nominato inviato speciale “per rendere la Groenlandia parte degli Stati Uniti”.

La Groenlandia, enorme isola a nord degli Stati Uniti che fa parte del Regno di Danimarca, potendo contare su ampia autonomia politica, è da tempo nel mirino della Casa Bianca. Per Trump l’obiettivo dichiarato è “promuovere con forza gli interessi” degli Stati Uniti “per la sicurezza e sopravvivenza dei nostri alleati, di fatto, del mondo”: nei fatti Trump desidera ottenere il controllo dei cosiddetti “metalli rari” di cui è ricco il sottosuolo della Groenlandia, una serie di metalli essenziali nel settore tecnologico perché giocano un ruolo chiave nella costruzione di microchip e componentistica elettronica.

Le dichiarazioni del neo inviato speciale Usa in Groenlandia, sfacciate almeno quanto quelle passate di Trump nell’esplicitare apertamente la volontà da parte statunitensi di ottenere il controllo del territorio, non escludendo il ricorso alla forza, hanno provocato la reazione furiosa della Danimarca.

“Sono profondamente irritato dalla nomina e dalla dichiarazione, che trovo totalmente inaccettabile“, ha detto il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen, aggiungendo che il ministero convocherà l’ambasciatore americano nei prossimi giorni “per avere una spiegazione”.

Soltanto pochi mesi fa tra Danimarca e Stati Uniti c’erano stato un acceso scontro istituzionale, col governo di Copenaghen cha aveva scelto di convocare l’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti nel Paese, Mark Stroh, dopo la scoperta di un’operazione segreta condotta da tre uomini statunitensi per cercare di influenzare la Groenlandia e causare una rottura tra l’ex coloni e la Danimarca.

L’inchiesta condotta dall’emittente pubblica danese DR, basata su informazioni raccolte dai servizi di sicurezza interni, aveva rivelato il tentativo di tre uomini statunitensi di costruire una rete di contatti tra cittadini comuni, politici ed imprenditori locali per influenzare l’opinione pubblica groenlandese e fomentarne l’ostilità verso il governo di Copenaghen, spingendo le politiche autonomiste del territorio verso la causa statunitense.