X

Roberto Speranza: “Italia fuori dai giochi perché Meloni ci ha consegnati a Trump, il Pd ha rimesso al centro la questione sociale”

Photo credits: Saverio De Giglio/Imagoeconomica

Photo credits: Saverio De Giglio/Imagoeconomica

Roberto Speranza, ministro della Salute nei governi Conte2 e Draghi, parlamentare e membro della Direzione nazionale del Partito Democratico.

Putin che minaccia l’Europa, Trump che mortifica il Vecchio Continente, l’Europa che balbetta e gioca, come sempre, di rimessa. E l’Italia?
L’Italia è sostanzialmente non pervenuta in nessuna delle enormi partite politiche in corso. Questo non avviene per caso. Ma a causa della scelta fatta dal governo delle destre di puntare tutto sul rapporto speciale con l’amministrazione Trump di cui siamo diventati nella sostanza una specie di appendice. Mi pare sia ormai chiaro che si tratti di una strategia del tutto fallimentare. Trump considera i Paesi europei solo un intralcio. Musk ha auspicato esplicitamente la dissoluzione dell’Unione Europea. La Meloni dice di voler difendere l’interesse nazionale ma fa esattamente il contrario. Ci ha consegnato nelle mani della destra americana che tutto fa tranne che difendere i nostri interessi. Senza il rilancio di un’Europa politica capace di essere attore globale l’Italia sarà sempre più destinata all’irrilevanza nello scenario globale.

Per restare sul mondo. La Palestina sembra non fare più notizia, ma a Gaza si continua a soffrire e morire, mentre in Cisgiordania i coloni la fanno da padroni e un ministro del governo Netanyahu considera eroi i due militari che hanno ucciso a sangue freddo due palestinesi a Jenin.
La tregua non è certo la Pace. E a Gaza come in Cisgiordania si muore ancora tutti i giorni. Credo che la comunità internazionale abbia pesantissime responsabilità per non aver usato tutti gli strumenti di cui dispone per fermare prima Netanyahu e i suoi pericolosi e fanatici ministri. Certo la flebile tregua non basta ma è sempre meglio dell’atroce mattanza dei mesi scorsi. Se c’è anche un solo sparuto spiraglio per provare a riavviare un percorso di Pace val la pena andare a vedere. A me sembra che senza un cambio profondo delle leadership sia nel campo israeliano che in quello palestinese sarà difficilissimo mettersi alle spalle questa stagione di atrocità che ha moltiplicato all’ennesima potenza l’odio reciproco. È molto importante che le opinioni pubbliche dei nostri Paesi, come avvenuto durante l’iniziativa della Global Summit Flotilla, si mobilitino per tenere accesa la luce su quanto sta avvenendo in Medio Oriente.

Per aver sostenuto la mobilitazione contro il genocidio di Gaza, Elly Schlein è stata tacciata di veteropacifismo, di rincorrere la piazza pro-pal e di essere sprovvista di una cultura di governo.
Grazie al lavoro della segretaria Elly Schlein e del responsabile esteri Peppe Provenzano il Pd ha assunto una posizione più chiara sulla questione palestinese in sintonia con un sentimento popolare molto diffuso tra gli italiani anche al di là degli schieramenti politici. Le accuse strumentali della destra mi sembrano patetiche dinanzi alla tragedia a cui abbiamo assistito.

Il dibattito sul voto nel centrosinistra s’intreccia con quello innescato da Romano Prodi con la sua affermazione che la sinistra ha voltato le spalle al Paese. Non è vero che il Pd ha smarrito la sua vocazione originaria?
Ci sarebbe da discutere su che significa vocazione originaria. Per me la Sinistra ha senso se si batte ogni giorno per combattere le diseguaglianze e costruire una società in cui nessuno resti indietro e tutti possano avere più opportunità. Una società più equa non è solo più giusta, ma è anche più capace di liberare al meglio le proprie potenzialità di crescita e di sviluppo. Per me volti le spalle al Paese quando dimentichi le ragioni di fondo per cui sei nato. Onestamente credo che in questa stagione il Pd abbia meritoriamente rimesso al centro della sua agenda la questione sociale anche ricucendo alcune fratture che si erano consumate in passato con pezzi rilevanti della società italiana.

“Scandalo italiano: la sinistra vuole tassare gli ultra-ricchi”. È il titolo di prima pagina de l’Unità in riferimento alla patrimoniale che indigna la destra, ma non solo la destra. È ripartito il “fuoco amico” sulla Schlein sinistrorsa, succube di Landini. Come la vede?
Facciamo parlare i numeri: in Italia il 50 per cento più povero della popolazione detiene solo l’8 per cento della ricchezza. E il 5 per cento più ricco detiene invece il 48 per cento della ricchezza. Non credo serva aggiungere altro. Si tratta di uno sbilanciamento insostenibile. La Costituzione all’articolo 53 fissa il principio della progressività come cardine del nostro sistema tributario. Oggi dobbiamo dire con chiarezza che di progressività in Italia se ne vede ben poca e credo che il Pd e le forze progressiste debbano avere il coraggio di proporre una riforma organica del nostro sistema fiscale. La chiarezza della nostra proposta è essenziale anche per smontare la propaganda della destra che ha l’unico obiettivo di spaventare i ceti medi con una campagna costruita ad arte come abbiamo visto nelle ultime settimane. La verità è invece che con più progressività la maggior parte degli italiani ci guadagnerebbe.

Come un mantra, ripetuto ossessivamente, si sostiene, anche dentro il Pd e nella stampa mainstream, che la segreteria Schlein starebbe tradendo la cultura riformista. Che vuol dire oggi riformismo?
Un tempo la parola riformismo indicava una corrente politica, nata nel movimento socialista, che credeva nel raggiungimento degli obiettivi socialisti attraverso una serie di riforme graduali del sistema capitalistico, piuttosto che tramite una rivoluzione violenta. Oggi mi pare che ci sia un uso piuttosto distorto di questa parola, a volte in evidente contraddizione con le ragioni della sua genesi. Quanto alla segretaria Schlein, che io apprezzo e sostengo, non mi sembra che proponga la collettivizzazione dei mezzi di produzione…

A Montepulciano è nato il “Correntone” dem e lei ne è uno dei leader?
A Montepulciano sono arrivate oltre 2000 persone da ogni angolo d’Italia con l’obiettivo di dare una mano al Pd nel percorso di costruzione dell’alternativa. Sono stati tre giorni molto intensi con numerosi e qualificati ospiti esterni e circa 120 interventi. Abbiamo discusso del quadro internazionale, dei problemi del Paese e delle nostre idee per affrontarli. C’è stata un’energia meravigliosa che è patrimonio del Pd e del centrosinistra. In tantissimi sentono di voler dare un contributo più attivo in una fase cruciale a pochi mesi ormai dalle elezioni politiche. Dovremmo trovare ancora nuove forme di partecipazione affinché ciascuno possa esprimere il proprio protagonismo.

Nel suo percorso politico, l’esperienza di ministro della Sanità ai tempi drammatici del Covid, è stata senza dubbio tra le più impegnative e significante. Una esperienza da lei raccontata nel suo bel libro Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute (Solferino). Questa idea è stata smantellata dal governo in carica?
Penso che il nostro Servizio sanitario nazionale sia il patrimonio più prezioso che abbiamo. Dobbiamo difenderlo ogni giorno con più investimenti e con riforme coraggiose che lo adeguino ai tempi nuovi. Oggi sono molto preoccupato. La mia opinione è che nella vita reale delle persone stiamo scivolando dal modello universalista che è solennemente sancito dall’articolo 32 della Costituzione ad un modello sostanzialmente privatistico ed assicurativo. Se cambia il modello viene meno il cuore del nostro patto sociale È questa la battaglia più importante che abbiamo dinanzi a noi.